“Ecco la Verona dei prossimi vent’anni”. E’ stato così approvato, con 24 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astenuti, il ‘Documento del sindaco” sulla pianificazione urbanistica strategica e operativa per gli anni dal 2020 al 2022. Atto ammnistrativo iniziale per dar vita alla prossima variante,sul quale ovviamente la discussione è stata piuttosto accesa.
La delibera è stata illustrata all’aula dall’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala.
Tre gli obiettivi fondamentali:
1) Il contenimento del consumo del suolo. L’obiettivo è quello di limitare le nuove costruzioni, a vantaggio del recupero delle esistenti.
2) La rigenerazione urbana. E’ alla base della pianificazione urbanistica dell’Amministrazione, da applicare negli ambiti urbani degradati.
3) Il recupero aree dismesse. In linea con il contenimento del consumo del suolo, si punta a dare nuova vita a fabbricati dismessi o utilizzati sono in parte, edifici di varia natura disseminati su tutto il territorio.
“Il comune, quale precondizione per programmare interventi di nuova urbanizzazione – ha spiegato l’assessore Segala – deve preliminarmente verificare le possibilità di riorganizzazione e riqualificazione del tessuto esistente. Dalla Zai storica fino a Montorio, non c’è quartiere in cui non siano presenti ex aree industriali o produttive in stato di abbandono o degrado. Il percorso intrapreso, rispetto alle varianti precedenti, va nella direzione del recupero di questi spazi, senza ulteriori consumi di suolo, come previsto dalla legge. Oggi lo sviluppo cittadino si realizza andando a riqualificare gli edifici dismessi e le zone degradate. Già con l’indagine effettuata, denominata ‘Vuoti a rendere’, è stato riscontrato che molti di queste aree sono concentrate sì a Verona Sud, ma non solo. Agiremo quindi in tutti i quartieri, nessuno escluso. La scelta è quindi di intervenire complessivamente su tutto il territorio con una specifica variante di riconversione degli spazi degradati della città”.
“Si tratta – ha dichiarato il sindaco Federico Sboarina – di un documento che detta le linee d’indirizzo sulle quali saranno strutturati, nella specifica variante, i futuri interventi urbanistici programmati sulla città. Ringrazio i consiglieri che, attraverso una critica politica costruttiva, hanno dato spunti positivi su cui lavorare. Incomprensibili, invece, alcuni attacchi giunti da esponenti della minoranza che, senza offrire contenuti concreti, continuano solo a criticare l’operato dell’Amministrazione”.
“Una variante che non varia niente”
Michele Bertucco (Sinistra in Comune): “Un documento del sindaco presentato dal suo assessore è alquanto originale. Una variante che decide di non decidere”
Stefano Vallani (Pd): “E’ un documento che non ci ha dato la possibilità di comprendere bene la visione futura della città”.
Marta Vanzetto (Movimento 5 stelle): “Un documento che dimostra tutta l’invisibilità dell’attuale sindaco e la forza della passata Amministrazione. Una delibera che non presenta nulla di nuovi rispetto alla variante 23 di Tosi”
Marco Zandomenegli (Verona domani): “ E’ importante la velocità con la quale si intende procedere, servono risposte urgenti ad un tessuto economico in difficoltà”.
Tommaso Ferrari (Traguardi Verona): “Benissimo una variante urbanistica, ma bisogna costruire una visione della città futura, che non accontenti gli appetiti del mercato, ma le richieste dei cittadini”.
Paola Bressan (Battiti). “Non è assolutamente un documento generico. Il problema è che alcuni consiglieri non sono in grado di accettare il nostro operato, che prevede il coinvolgimento della cittadinanza e il confronto con le categorie e da qui decisioni che tengono conto anche della loro opinione”.