L’Ospedale di Santa Giuliana partecipa alle «Giornate della didattica», promosse dal Comune di Verona, al palazzo della Gran Guardia, dove porterà l’esperienza della Scuola Digitale in Ospedale.
Gli psicologi Amedeo Bezzetto, Responsabile dell’Area riabilitativa Adolescenti, e Amedeo Ferroni, coordinatore della Scuola Digitale, il 5 settembre, in auditorium, dalle 14 alle 14.45, interverranno sul tema «Studiare fa Salute Mentale. L’esperienza della Scuola Digitale in Ospedale».
La struttura sulle Torricelle per la cura e la riabilitazione delle persone con disturbi psichici è Centro di riferimento regionale per la riabilitazione degli adolescenti, per i quali – di recente – ha potenziato i servizi raddoppiando la disponibilità di posti letto per i giovanissimi. Nel gennaio 2021 ha avviato anche la Scuola Digitale in Ospedale con il sostegno della Fondazione San Zeno.
Non si tratta di una semplice didattica a distanza. Il progetto permette ai ragazzi di collegarsi con la propria classe e con gli insegnanti senza perdere giorni di scuola né il contatto con professori e coetanei e con il mondo cui dovranno ritornare una volta guariti. Per ciascuno di loro viene costruito un programma di studio individuale grazie ai tutor della struttura. Tramite gli strumenti digitali con accesso alle piattaforme online e grazie al costante confronto con i docenti i ragazzi contiunano a frequentare le lezioni, mentre con l’ausilio degli insegnanti in presenza in ospedale della cooperativa Cultura e valori, sono affiancati anche in lezioni individuali per un lavoro personalizzato.
Ogni anno una cinquantina di pazienti frequentanti le scuole medie e superiori di tutto il Nord Italia hanno sinora usufruito del servizio. A integrazione vengono proposte attività laboratoriali e di orientamento per tutti i ricoverati.
«La Scuola Digitale è uno strumento motivazionale – spiega Bezzetto – capace di inserirsi nel percorso psichiatrico di cura e si mostra un elemento principe dell’intervento riabilitativo. Coinvolge ragazzi a rischio di dispersione scolastica, limitandone il ritiro e il fallimento. Recuperare l’investimento sulla lettura, sullo studio e sugli apprendimenti diventa uno sprone per il recupero della salute oltre che per il loro benessere. Si attua una mutualità tra cura e studio per la ripresa evolutiva di queste fragili adolescenze».
«Il successo del progetto – aggiunge Ferroni – è largamente dovuto al presentare la formazione non solo come calco della didattica scolastica, ma anche sotto altre formule capaci di suscitare l’interesse di tutti gli ospiti. Nelle prime fasi del progetto, uno dei punti chiave è il loro coinvolgimento: sono resi parte attiva dell’impegno scolastico e sono coinvolti nella scelta delle tematiche da affrontare all’interno dei laboratori. Inoltre questo consente la creazione di un ambiente ideale per favorire il lavoro di gruppo, aiutando gli studenti nell’esperienza dello stare insieme favorendo l’inclusività».