Alla “dottrina Truman” l’Unione Sovietica rispose immediatamente, nel Settembre 1947 a Szklarska Poręba (Polonia), con l’istituzione del Kominform. L’Ufficio d’Informazione comunista, formato solamente dai partiti comunisti europei, subentrava alla Terza Internazionale (Comintern), precedentemente sciolta nel 1943. Lo scopo principale era di fungere da centro di coordinamento e di scambio reciproco di informazioni tra i partiti comunisti d’Europa, compresi, quindi, anche quelli dell’Italia, della Francia, del Belgio e dell’Olanda. Andrej Zdanov, presidente del Soviet Supremo, nel discorso di fondazione del Kominform esortò i partiti comunisti a “mettersi alla testa della resistenza ai piani imperialisti d’espansione e d’aggressione in tutti i campi: governativo, politico, economico, ideologico. Essi devono serrare le file, unire i loro sforzi sulla base di una piattaforma antimperialista e democratica comune e raccogliere attorno a sé tutte le forze democratiche e patriottiche del popolo.” In contrapposizione al Piano Marshall, che rappresentava in concreto il completamento economico della dottrina Truman, Il 22 Gennaio 1949 venne fondato a Mosca il COMECOM, Consiglio per la Mutua Assistenza Economica, di cui facevano parte inizialmente Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania, Unione Sovietica e Cecoslovacchia. Nel comunicato, che annunciava la nascita del nuovo organismo economico, si denunciò il boicottaggio delle relazioni commerciali, praticato dagli stati occidentali, nei confronti delle democrazie popolari e dell’Unione Sovietica, poiché tali paesi non ritenevano “opportuno sottomettersi alla dittatura del Piano Marshall che avrebbe violato la loro sovranità e danneggiato i loro interessi economici.” Il COMECOM istituiva un’area di scambio commerciale comune, limitata all’inizio ai paesi dell’Europa orientale e l’Unione Sovietica, chiusa all’esterno e con il rublo come valuta di riferimento. Si calcola che Mosca abbia drenato dai paesi satelliti circa 20 miliardi di dollari, anche sotto forma di materie prime, beni e impianti, per riprendersi dalle devastazioni subite durante la guerra: una somma pressoché equivalente a quella affluita, nello stesso periodo, dagli Stati Uniti in Europa occidentale, soprattutto attraverso il piano Marshall. Ai membri fondatori si aggiunsero successivamente l’Albania (1949), la Repubblica Democratica Tedesca (1950), la Mongolia (1962), Cuba (1972) e il Vietnam (1978).
*docente di storia
e flosofia