Francesco “Franco” Marcelletti è un allenatore di pallacanestro italiano che è entrato nella storia per aver vinto lo scudetto con Phonola Caserta, primo e unico campionato italiano di pallacanestro conquistato da una squadra meridionale. Inoltre per sei anni ha allenato la Scaligera Basket Verona, riuscendo a togliersi numerose soddisfazioni.
– Ci racconti delle emozioni provate dopo la vittoria del campionato con la Phonola Caserta
* Aver vinto il campionato nella mia città è stato qualcosa di sensazionale, qualcosa di inatteso e complicato in una realtà tutt’altro che facile. La nostra forza è stata quella di non vendere i top player: siamo riusciti a resistere a numerose offerte per Gentile ed Esposito ad esempio, poiché tutto l’ambiente era compatto e credeva nel sogno scudetto.
– Che differenze ci sono tra il basket degli anni 90 e quello odierno?
* All’epoca si puntava forte sulla valorizzazione dei propri settori giovanili. Veniva premiata la programmazione a lungo termine, la bravura della società di investire e puntare sulle proprie risorse interne. Questo perché fino al 1996 il cartellino dei giocatori era in mano alla società. Oggi il potenziale economico raggiunto da Milano e Bologna è inarrivabile per i rivali. Indubbiamente il livello di gioco e la qualità delle manovre è nettamente superiore rispetto al passato.
_ Ci racconti dei suoi trascorsi a Verona….
* Verona è speciale e farà sempre parte del mio cuore: sino al 2019 ho ricoperto il ruolo di responsabile del settore giovanile e allenatore delle formazioni Under 16 e 18 della Scaligera Basket. Quest’esperienza mi ha arricchito sotto molteplici punti di vista.
– Che differenza c’è tra allenare una prima squadra e una squadra giovanile?
* Senza alcun dubbio allenare i giovani è sensazionale, infatti li vedi crescere e migliorare allenamento dopo allenamento. L’applicazione di alcuni ragazzi è notevole e cercano di mettere sul campo ogni singolo insegnamento. Le famiglie devono sostenere i ragazzi nella pratica sportiva, devono capire che si tratta di un percorso e riporre fiducia negli istruttori. Scuola e sport devono andare avanti a braccetto.
– Che qualità deve avere un allenatore nell’approcciarsi alla nuova generazione?
* L’allenatore deve avere il fascino di conquistare i giocatori attraverso il basket, facendolo diventare una priorità per i ragazzi. Al giorno d’oggi si vive di egoismo, quindi l’obiettivo di un bravo allenatore è quello di coltivare l’altruismo. È importante non perdere la credibilità: bisogna stilare una serie di regole che devono essere rispettate da tutti. In un mondo dominato dalle distrazioni tecnologiche, la comunicazione e l’empatia sono due caratteristiche che non possono mancare nel bagaglio di un allenatore.