Stasera alle ore 20 appuntamento con la rassegna Concertistica del Teatro Ristori. Ospite il pianista Filippo Gorini, giovane musicista lombardo, classe 1995, vincitore nel 2015 del prestigioso concorso “Telekom-Beethoven” di Bonn, con voto unanime della giuria, e nel 2020 del “Borletti Buitoni Trust Award”, grazie al quale ha creato il progetto di approfondimento multidisciplinare sull’Arte della Fuga di Bach: due traguardi che lo hanno portato ai vertici della ribalta internazionale, acclamati dal The Guardian e Le Monde.
Le ultime sonate per pianoforte, ci portano all’estremo periodo creativo dell’autore, i cui frutti furono spesso giudicati dai contemporanei incomprensibili e ineseguibili, per l’astrusità del contenuto e le difficoltà tecniche; Beethoven probabilmente ormai concepiva queste composizioni per la meditazione privata, non più per un’esecuzione pubblica. Per questo le ultime Sonate, come gli ultimi Quartetti, sono stati pienamente compresi solamente in tempi più recenti, rappresentando l’espressione di una fantasia e di una logica compositiva del tutto indipendenti dai meccanismi della contemporanea produzione e fruizione musicale dell’epoca. La modernità di Beethoven ben si accosta al genio tedesco del XX secolo Karlheinz Stockhausen. Il IX Klavierstück, caratterizzato dalla ripetizione di uno stesso accordo per più di 100 volte, fa parte di una raccolta di 19 brani, che egli stesso definì “i miei disegni” e si basa su due idee molto contrastanti tra loro.
Vincitore nel 2015 del Concorso “Telekom-Beethoven” di Bonn con voto unanime della giuria, Filippo Gorini è uno dei più interessanti pianisti della sua generazione.