Era un convegno per dire “no” al prossimo referendum costituzionale, ma la serata si è invece trasformata in prove tecniche di alleanza. Tanta parte del centrodestra si è infatti ritrovata nell’auditorium della Gran Guardia gremita in ogni ordine di posti, come dicevano una volta i cronisti sportivi. L’occasione, dicevamo, l’ha offerta appunto il convegno organizzato dai “Comitati per il no nel referendum”, un ressemblement che ha portato in riva all’Adige il professor Luca Antonini, ordinario di diritto costtuzionale a Padova. A moderare l’incontro, Stefano Filippi inviato del “Giornale”. Dieci le sigle rappresentate, quasi ad anticipare la scheda elettorale, che ci ritroveremo tra le mani nella prossima primavera e le relative alleanze: la Lega Nord, i Conservatori e Riformisti, Fratelli d’Italia, Forza Italia, l’associazione Battiti, il centro culturale L’Officina, Futuro Popolare, il Popolo della Famiglia, Indipendenza Noi del Veneto e Protagonisti per il domani. Schierati come una falange Paolo Danieli, Davide Bendinelli, Ciro Maschio, Alberto Zelger, Paolo Tosato, Federico Sboarina, Cinzia Bonfrisco e Filippo Grigolini. Un’anticipazione di quanto è andato in scena alla Gran Guardia si era visto a Palazzo Barbieri in occasione della presentazione del convegno, quando a sostegno del “no” si erano presentati anche Gianfranco Carbognin (Conservatori e riformisti), Leonardo Ferrari (L’Officina), Fabrizio Comencini (Indipendenza Noi del Veneto), Gilberto Pozzani e il consigliere regionale della Lista Zaia, Stefano Valdegamberi (Futuro Popolare) e (novità) Antonio Zerman, capogruppo della Lista Tosi in Centro Storico e Stefano Marzotto, sindaco di Pressana. Zerman del Pdf è guidato a Verona da Filippo Grigolini, tosiano, presidente della circoscrizione di Borgo Trento. Due presenze che hanno aperto subito un interrogativo elettorale. Cosa ci fa una parte dei tosiani con i comitati del “no”, visto che, Flavio Tosi, leader del “Fare!” è schierato decisamente per il “Sì” alla riforma costituzionale? Ma è una domanda che andrà fatta al momento delle amministrative, visto che Tosi ha sempre detto di restare ancorato al centrodestra. Ma siamo alle dietrologie, che avranno una risposta solo dopo il 4 dicembre, quando conosceremo la sorte del referendum e del governo di Matteo Renzi. Per restare al merito della serata, che ha visto anche la presenza dell’ex assessore Enrico Corsi e il segretario regionale della Lega Toni Da Re, è stato ribadito da tutti che la “legge Renzi-Boschi-Verdini diminusice l’autonomia delle regioni virtuose, come il Veneto, mentre lascia i privilegi alle regioni a statuto speciale come la Sicilia”. Si è sparato anche sul combinato disposto dell’Italicum, la legge elettorale che “crea le condizioni per un regime nelle mani di pochi”. Una bordata se l’è presa anche l’Europa, che toglie sovranità nazionale.