Il consigliere Andrea Bacciga, prendendo spunto dall’accorato appello di un tifoso, la cui lettera è stata pubblicata domenica 10 aprile sul quotidiano “L’Arena”, e avendo ricevuto in merito molte simili richieste da parte dei veronesi che lo hanno contattato, ha depositato una formale richiesta «al presidente della Commissione toponomastica, assessore Stefano Bianchini, e alla Commissione toponomastica di approvare l’apposizione di una targa in una piazza di Verona o l’intitolazione di un settore dello Stadio Bentegodi in memoria di Emiliano Mascetti».
Questa la lettera apparsa sul quotidiano “L’Arena”, firmata dal veronese Michele Marai: «In questi giorni si dibatte su L’Arena dell’opportunità di ritirare la maglia numero 8 dell’Hellas, come tributo all’indimenticabile Ciccio Mascetti. Da tifoso e «storico» del Verona, mi trovo in perfetto accordo con Gianluca Tavellin nel bocciare la proposta e aggiungo qualche personale osservazione. Prima di tutto ritirare la maglia, usanza peraltro recentissima nel calcio europeo e importata da oltreoceano, dove la cultura sportiva è diversa dalla nostra, è un gesto che andrebbe fatto contemporaneamente al ritiro del giocatore. Naturalmente ciò era impossibile negli anni in cui i numeri andavano dall’1 all’11, ma pensiamo alle conseguenze. La 8 di Mascetti è diventata poi la maglia preferita di Volpati. La indossava Sacchetti quando mise sotto la traversa quel prodigio balistico a Belgrado. E via via fino al nostro Lazovic. Quando ritireremo la 7 di Fanna, ci dimenticheremo che il primo numero 7 del Verona in serie A è stato un certo Bagnoli? Che nel mezzo c’è stato Bergamaschi e il suo tunnel di quel 20 maggio ’73? Ritireremo la 9 di Galderisi o quella di Toni? E soprattutto la 11 di Zigoni, o quella di Elkjaer? Ma c’è un’altra considerazione più filosofica, che dalla continuità con il passato guarda a quella con il presente e soprattutto il futuro. La 8 di Ciccio è un simbolo, un simbolo che va onorato, un’assunzione di tremenda responsabilità, è una necessità, per chi la indossi, di essere all’altezza di una leggenda. Se porti la maglia di Mascetti, devi sempre esserne degno. E a un bocia che sogna un giorno di indossarla, quel sogno non lo dobbiamo togliere, lo dobbiamo alimentare. Ciccio Mascetti va onorato, come va onorato Roberto Puliero e un pugno di altri grandissimi, con l’intitolazione di una tribuna, di un centro sportivo, con una stanza dedicata in un futuro museo. La sua maglia al contrario deve restare in campo. Per sempre voleremo in alto».
Nessuno è stato come Mascetti
Il dibattito è aperto e tutte le opinioni, sia chiaro, sono più che rispettabili. Le ragioni del SI (ritiriamo la 8), come le ragioni del NO (non ritiriamola). Quello che non va tuttavia dimenticato è il ruolo che Ciccio Mascetti ha avuto nella storia del Verona. Perchè, se è vero che ci sono stati tanti altri grandi giocatori, autentici fuoriclasse, uomini che resteranno per sempre nella storia e nel cuore della città, è altrettanto vero che nessuno di loro ha compiuto il percorso di Ciccio Mascetti. L’abbiamo scritto ieri, lo riassumiamo qui. Mascetti è stato un simbolo da giocatore e poi un monumento da dirigente, con la “medaglia d’oro” dello scudetto. Ecco perchè ritirare la 8 non sarebbe sbagliato, anzi. Sarebbe come a dirgli, “come te non ci sarà mai nessuno”. Oddio, forse, conoscendolo, sarebbe il primo a dire “…ma va’,lasciamola”. Però sarebbe un gesto bellissimo, come hanno fatto altre squadre verso i loro uomini-simbolo. R.Tom.
LE MAGLIE RITIRATE. #ritiriamo la 8? Ciccio, guarda che bella compagnia
Il Milan non ha più la 6 (Baresi) e la 3 (Maldini); l’Inter la 4 di Zanetti e la 3 di Facchetti
Diciamo la verità, non sarebbe in cattiva compagnia, Ciccio Mascetti. Il Milan, ad esempio, ha tolto la 6 di Baresi e la 3 di Maldini. E l’Inter risponde con la 4 di Zanetti e la 3 di Giacinto Facchetti.
Parliamo di bandiere, di autentico campionissimi, com’è stato Ciccio. A Cagliari, ad esempio, nessuno mette più la 11 di Gigi Riva. A Napoli e Brescia non ci sono più le numero 10 di Maradona e Roby Baggio.
Altre società hanno deciso la stessa cosa per giocatori-bandiera, senza essere stati campioni: Salernitana (Breda), Siena (Mignani), Livorno (Protti), Messina (Sullo), Genoa (Marco Rossi).
Altre squadre, tra cui il Chievo, hanno invece tolto le maglie di giocatori vittime di incident o di malattie. Al Chievo non c’era più la 30 di Mayelè, ma lo stesso avevano fatto Bologna (Nicolò Galli), Atalanta (Pisani), Genoa (Signorini), Pescara (Zucchini), Livorno e Vicenza (Morosini), Brescia (Mero) Avellino (Lombardi). Controcorrente infine, Ale Del Piero. “La 10 è un simbolo, un sogno per tutti i bambini. Lasciamoli sognare”. E la Juve l’ha ascoltato.