Il fine settimana che inaugura il Festival lirico areniano è atteso con trepidazione dal momento che da tempo affianca, in una combinazione sempre nuova, l’allestimento inaugurale e una produzione di Aida: quest’anno il capolavoro verdiano torna nella veste ideata da Gianfranco de Bosio, maestro del teatro italiano, che si è ispirato alle immagini d’epoca e ai bozzetti disegnati dall’architetto Ettore Fagiuoli per la primissima Aida in Arena, il 10 agosto 1913, voluta da Giovanni Zenatello e Ottone Rovato. La regia tiene inoltre conto delle dettagliate disposizioni sceniche che lo stesso Giuseppe Verdi curò per la prima italiana dell’opera nel 1872. Per la ripresa del 2019, l’impianto scenografico è stato parzialmente rinnovato, mantenendosi fedele ai disegni originali ma allo stesso tempo rendendo più agevoli gli imponenti cambi scena, con cambiamenti nell’Atto terzo (sulle rive del Nilo) e nel finale dell’Atto primo (al tempio di Vulcano) frutto dell’inesausta ricerca di de Bosio. Un altro elemento di novità riguarda l’utilizzo di nuovi apparecchi illuminotecnici: moving light da 1700w, che permettono di intensificare in maniera significativa la luminosità. L’aumentata potenza ed il diverso posizionamento degli apparecchi sulla cavea rendono possibili nuovi angoli di incidenza dei fasci luminosi, riuscirà a restituire con ancora maggiore nitidezza il disegno cromatico originale del Fagiuoli reinterpretato da de Bosio e realizzato insieme al light designer areniano Paolo Mazzon. Tali interventi sono stati possibili grazie al contributo economico versato da numerose imprese alberghiere sensibilizzate dalla Cooperativa Albergatori Veronesi presieduta da Enrico Perbellini, utilizzando la leva dell’Art Bonus. È un segno concreto attraverso il quale le imprese cittadine si stringono attorno alla Fondazione Arena per tutelarne il patrimonio, fra tradizione e innovazione e testimoniare l’impegno della città nel valorizzarne un’eccellenza culturale conosciuta in tutto il mondo, ricollegandosi anche alla prima Aida areniana del 1913, che fu finanziata proprio da coraggiosi e illuminati imprenditori veronesi. I 31 interpreti da tutto il mondo ben rappresentano la diffusione globale dell’opera italiana e comprendono alcuni dei solisti più celebri in carriera e giovani promettenti al loro esordio. Nel ruolo di Aida sfilano alcuni dei soprani più richiesti di oggi, reduci da successi internazionali e inaugurazioni prestigiose: Anna Pirozzi, Tamara Wilson, Maria José Siri, Saioa Hernández, Hui He e Svetlana Kasyan. La rivale Amneris è impersonata dai mezzosoprani Violeta Urmana, Anna Maria Chiuri, Alessandra Volpe e Judit Kutasi. Nei panni di Radamès, eroico generale egizio e conteso da Aida e Amneris, si alternano sul palcoscenico areniano i tenori Murat Karahan, Misha Sheshaberidze, Fabio Sartori, Martin Muehle e Carlo Ventre. Amonasro, padre di Aida, è interpretato dai baritoni Amartuvshin Enkhbat, Sebastian Catana, Badral Chuluunbaatar e Mario Cassi. Voci prestigiose di basso si alternano anche come Ramfis e come Re degli Egizi e annoverano star ed esordienti: Dmitry Beloselskiy, Stefan Kocan, Rafał Siwek, Gianluca Breda, Alessio Cacciamani, Romano Dal Zovo e Krzysztof Baczyk. Celebri interpreti sono impegnati anche nella breve parte del messaggero, come Carlo Bosi, Raffaele Abete, Francesco Pittari e Antonello Ceron. Completa il cast la Sacerdotessa di Yao Bo Hui.