1) Assicurarsi che la fonte esista veramente
Fate una piccola verifica sul nome dell’autore dell’articolo. Se non trovate nulla su di lui o lei, potrebbe trattarsi un articolo non veritiero.
2) Confrontare altre fonti
Un indizio non è la tesi finale. Se leggete qualcosa di clamoroso, prima di fare qualsiasi commento a riguardo, ricercate la stessa notizia anche su Goggle e altre testate. Verificate sempre che non sia una news isolata.
3) Esplorate la fonte
Se un sito vi insospettisce, andate nella sezione “about us” e cercate di capire l’attività del soggetto in questione (azienda, società o singolo che sia).
4) Attenzione ai blog e siti amatoriali
Spesso i blog hanno diversi collaboratori che possono pubblicare articoli interi senza essere controllati a livello editoriale, pertanto potrebbero contenere false notizie.
5) Non fatevi ingannare dai “titoloni” e dalle belle immagini
La maggior parte delle fake news si nasconde dietro titoli ambigui o troppo esagerati.
Non fatevi attirare dalle belle immagini.
Pensate prima di condividere
Chi scrive bufale, confida nella rapida diffusione. Non fate il loro gioco condividendo notizie false!
Un ultimo ma fondamentale suggerimento.
In questo difficile periodo le fake news sono senza controllo. Anche giornali, radio e tv alcune volte sono cadute in errore.
Diffidate dalle notizie, immagini, audio e video che possono arrivare da Whatsapp, Telegram, Messenger e Facebook in cui la fonte non è chiara (e no, un audio che inizia con “Sono un medico” non è una fonte chiara).
Emblematico il caso del post social di Salvini.
Alcune volte una notizia può essere vera, ma con l’accompagnamento del testo nella didascalia si può generare ambiguità e confusione.
Il post non dice che la Cina ha creato in laboratorio il Coronavirus che conosciamo, dice che ha creato “UN supervirus polmonare Coronavirus”.
Colpevole poi di ancor maggiore ambiguità il sottotitolo del video “I cinesi creano supercoronavirus con pipistrelli e topi!!!”.
Risultato: per diversi giorni, molte persone hanno creduto ad una guerra batteriologica.