Oggi a mezzogiorno al museo Khanenko di Kiev c’era stata la cerimonia di riconsegna delle opere trafugate alla presenza del presidente dell’Ucraina Petro Porošenko, del ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, del sindaco di Verona, Flavio Tosi e dell’intera delegazione Italiana. “E una festa”, ha detto il ministro. Dal canto suo il premier ucraino ha avuto parole di elogio per il nostro Paese, ponendo soprattutto l’accento sulla difficile situazione al confine con la Russia. “Voglio ringraziare tutta l’Italia”, ha detto, “soprattutto per l’appoggio dato all’Ucraina, per la sua aspirazione a essere integrata nell’Unione europea, per la nostra posizione sull’aggressione contro il nostro Paese e sull’annessione illegale della Crimea. Lo testimoniano -ha concluso- il voto alle Nazioni Unite e al Consiglio d’Europa”. E’ seguito un primo applauso, che ha preceduto l’intervento del ministro Franceschini, che ha ricordato come “il furto è stato vissuto come una grande tragedia, sia per la grande qualità delle opere, che per la paura di non recuperarli”: Cosa che è invece riuscita, come ha sottolineato il responsabile dei beni culturali grazie alla collaborazione delle forze di polizia e delle magistrature di Italia e Ucraina. Con Tosi e Franceschini, lo ricordiamo, c’erano il comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, il generale Fabrizio Parrulli; il sostituto procuratore Gennaro Ottaviano; il direttore del Servizio Centrale Operativo (SCO) Vincenzo Nicolì; il capo della squadra mobile di Verona, Roberto di Benedetto; il comandante del reparto operativo Tutela Patrimonio culturale, il tenente colonnello Antonio Coppola e il curatore del Museo di Castelvecchio, Ettore Napione. Poi via verso l’Italia.
V. L.