E’ morto Giordano Veronesi, capitano d’industria innamorato di Verona Appassionato di opera lirica, non ha mai fatto mancare il suo sostegno alla Fondazione Arena. Punto di riferimento per l’azienda

Se ne è andato questa mattina, a 85 anni, senza disturbare, con la gentilezza di cui era sempre stato un testimone, Giordano Veronesi, uno dei capitani d’industria della città e che ha contribuito a portare un’azienda di mangimi nata in Valpantena a diventare un colosso multinazionale dell’agroalimentare che detiene i principali marchi della filiera, da Aia a Negroni. Giordano Veronesi era attaccatissimo alla sua città, ne era innamorato e sollecitava spesso, con il suo piglio battagliero, prese di posizione se vedeva qualcosa che non andava.
Imprenditore di grandi visioni, era stato uno dei pionieri delle idrovie, perchè le granaglie e i mangimi sono merci che ben si prestano al trasporto via nave e via chiatte lungo i corsi d’acqua, risparmiando camion e quindi traffico e inquinamento. Si arrabbiava quando vedeva che il suo paese, l’Italia, rimaneva indietro rispetto agli altri competitor europei perché invischiato nella melassa della burocrazia. E quindi non accadeva di rado. Appassionato di opera lirica, non ha mai fatto mancare il suo sostegno alla Fondazione Arena che seguiva di lato con la Fondazione Verona per l’Arena e non mancava mai, accompagnato dall’inseparabile consorte, all’apertura della stagione areniana con il suo smoking da sera con giacca chiara. Giordano è stato a lungo un punto di riferimento nell’azienda (ora in mano alla nuova generazione della famiglia, la terza) che ha guidato con i fratelli Carlo e Bruno, alternandosi alla carica di presidente. Azienda fondata nel 1958 dal padre Apollinare. È stato anche presidente di Confindustria Verona dal 1991 al 1997. Chiunque abbia avuto il pregio di frequentarlo, da lui ha sicuramente imparato qualcosa e conserva qualche ricordo, un’espressione, una battuta. Anche per questo è diffuso il cordoglio per la sua scomparsa. Il presidente della Camera, il veronese Lorenzo Fontana: “Esprimo cordoglio per la scomparsa di Giordano Veronesi. Ne ricordo l’impegno, la visione, il contributo allo sviluppo economico del territorio, la passione per la cultura e l’amore per Verona. Rivolgo le mie condoglianze ai familiari e un pensiero ai collaboratori e al personale aziendale”. Il presidente della Regione Luca Zaia, ricorda il “grande capitano d’industria della provincia veronese e del Veneto, che, con i fratelli Carlo e Bruno, ha guidato uno dei principali colossi agroalimentari italiani, il Gruppo Veronesi, contribuendo a farne un punto di riferimento nel panorama alimentare nazionale e internazionale”. E Zaia, ricordando la figura di Giordano Veronesi che è stato anche vicepresidente di Federalimentare nazionale, sottolinea “l’’eredità umana e imprenditoriale di persone che, come Veronesi, hanno fatto conoscere la qualità del Made in Veneto a livello nazionale e internazionale continuerà a vivere nella memoria di chi l’ha conosciuto”. Paolo Borchia, europarlamentare della Lega ha voluto ricordare Giordano Veronesi come “uomo che ha dedicato la sua vita al progresso della nostra comunità e dell’economia veronese. La sua visione, la sua dedizione e il suo impegno, come figura di spicco del Gruppo Veronesi e del mondo imprenditoriale, hanno lasciato un segno indelebile nel nostro territorio. In questo momento di dolore, voglio esprimere le mie più sentite condoglianze alla famiglia e a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. La sua eredità continuerà a essere un esempio per tutti noi.”

Salde radici e grandi visioni. Boscaini: «Fa parte di una generazione con la testa nel mondo»

Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Verona: “Giordano Veronesi fa parte di una generazione di imprenditori con la testa nel mondo e le radici salde nel proprio territorio. Un territorio verso cui si è sempre speso tanto mettendo a disposizione la propria visione e le proprie idee. Ogni tanto mi chiamava con qualche raccomandazione veramente appassionata che ho sempre ricevuto con molto piacere come segno di attenzione alla nostra associazione e anche personale considerando che è stato uno dei primi a motivarmi nella mia scelta di candidarmi alla presidenza di Confindustria Verona, che lui stesso aveva guidato dal ’91 al ’97. La sua schiettezza ed energia sono sicuro facciano parte dei ricordi dei tanti che lo hanno conosciuto e hanno condiviso con lui un pezzo di cammino”. “Piangiamo un imprenditore di riferimento per tutta l’agricoltura veronese ed italiana, a capo di un’azienda strategica per la mangimistica e gli allevamenti avicoli e da carne – sottolinea Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -. Per lunghi anni è stato nostro interlocutore privilegiato per quanto riguarda il settore dell’allevamento, prendendo parte alle nostre assemblee e offrendo un contributo irrinunciabile in termini di esperienza, lungimiranza e conoscenza. Con la Giunta e il Consiglio di Confagricoltura Verona ci uniamo al dolore dei fratelli e di tutta la sua famiglia, che lo hanno affiancato nel contribuire allo sviluppo dell’azienda fondata dal padre Apollinare, portandola a diventare il Gruppo Veronesi, leader nell’alimentazione zootecnica, nel mondo delle carni e dei salumi con i tre marchi Veronesi, Aia e Negroni”. La visione ampia e di lungo respiro di Giordano Veronesi è testimoniata da Confagricoltura che lo premiò con una targa al merito nel 2017. In quell’occasione “Veronesi, schietto e diretto come sempre, aveva rimarcato come suo padre, figlio di una famiglia di mugnai, fosse riuscito a costruire una grande impresa grazie alla creatività e all’innovazione: “Gli italiani hanno fatto grandi cose imparando dagli altri e progredendo – aveva detto -, ma adesso il Paese è fermo e non vuole più pensare di andare avanti. In giro per il mondo c’è gente che produce 280 quintali per ettaro di granella di mais e l’Università di Verona, che vanta una facoltà di biotecnologie che altri si sognano, con sementi nuovissime nelle serre, non le può neppure sperimentare in campo”, aveva concluso, ricorda de Togni, anticipando temi che oggi sono di primissimo piano. mb