A Pasquetta un gruppo di ventisette ragazzi disabili sono stati costretti a scendere da un treno regionale diretto a Milano da Genova, perché i loro posti, regolarmente prenotati, erano stati occupati da altri passeggeri che si sono rifiutati di farli sedere. Non è servita la presenza del personale di Trenitalia a farli ravvedere, nè l’intervento degli agenti della Polfer.
I ragazzi con i loro accompagnatori, sono stati quindi costretti a scendere dal treno e hanno raggiunto Milano a bordo di un bus messo a disposizione da Trenitalia.
In una società civile le persone con disabilità, così come anche i bambini e gli anziani hanno dei diritti, che non possono essere prevaricati da chi è in un evidente posizione di vantaggio. Ma se questo “vantaggio” fosse solo apparente? Si, perchè forse non mi riferisco al Disturbo Antisociale di personalità, ma a un atteggiamento di indifferenza e non curanza verso il prossimo, che troppo spesso ritroviamo in episodi di cronaca e di cui spesso siamo testimoni.
E’ come se mancasse l’interesse a vedere oltre se stessi. Si è individualisti, autocentrati, desiderosi di soddisfare i propri bisogni anche a scapito delle esigenze altrui. C’è una frase di Elie Wiesel che ci fa capire quanto grave sia tutto questo “L’opposto dell’amore non è l’odio, è l’indifferenza. L’opposto dell’arte non è il brutto, è l’indifferenza. L’opposto della fede non è l’eresia, è l’indifferenza. E l’opposto della vita non è la morte, è l’indifferenza”.
Allora, cerchiamo di svegliarci da questo torpore che odora di egoismo e proviamo a guardare oltre il perimetro del nostro corpo. Proponiamoci di sentire la voce dell’altro anche quando è flebile o addirittura silente.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta