L’OAS iniziò un’intensa campagna terroristica contro i civili in Algeria ed estese il conflitto anche sul suolo francese con numerosi attentati e l’uccisione di diversi esponenti politici moderati. Il 20 Maggio 1961 si aprì la conferenza di Evian e iniziarono i negoziati tra il governo francese e il GPRA, che, pur incontrando parecchie difficoltà, giunsero a un accordo, firmato il 18-03-1962. All’articolo 1 si stabilì la cessazione delle ostilità (“sarà posto termine alle operazioni militari e a ogni azione armata su tutto il territorio algerino il 19 Marzo 1962 alle ore 12.00.) e si fissarono le condizioni per l’esercizio dei pubblici poteri nella fase transitoria e le necessarie garanzie per l’autodeterminazione. Il primo Luglio 1962 gli algerini votarono il referendum per la loro indipendenza: il SI ottenne sei milioni di voti, mentre il No si fermò a 16.000. Il 3 Luglio De Gaulle dichiarò che “la Francia riconosce solennemente l’indipendenza dell’Algeria” e il 5 Luglio, 132° anniversario della presa di Algeri da parte delle truppe francesi, il GPRA proclamò l’indipendenza dell’Algeria. Nel corso della guerra l’Algeria perse il 20% della propria popolazione: un milione di pieds-noirs fu costretti a tornare in patria e quasi un milione di arabi e berberi fu vittima del conflitto. Tuttavia altro sangue scorse sul suolo algerino: parecchi furono i regolamenti di conti, che colpirono soprattutto i notabili algerini fedeli alla Francia e gli harkis, forze ausiliarie dell’esercito francese.
*Romeo Ferrari, docente di storia e filosofia