Dopo un maggio che sembrava un ottobre, fresco e piovoso, l’estate è finalmente arrivata. Il caldo è intenso, il sole alto e la voglia di viaggiare e andare in vacanza è tornata a farsi sentire a gran voce. Quando è il momento di scegliere la meta, per un lungo fine settimana o per delle vere e proprie ferie, per alcuni di noi, forse più sensibili e legati alla storia della propria vita, la scelta tende spesso verso un luogo in cui si è già stati, magari diverse volte, e dove si è stati veramente bene, nel senso più pieno del termine. Karen Stein, sociologa e autrice del testo “Getting Away from It All: Vacations and Identity” racconta e spiega che i volti e i luoghi possono arrivare ad avere significati davvero profondi per ognuno di noi, in termini di come pensiamo di noi stessi, di chi siamo e di come ci situiamo nel mondo. E’ difficile spiegare come un determinato luogo riesca a suscitare le emozioni in un modo che nient’altro può fare. I viaggiatori possono vantare tanti e diversi motivi per tornare nelle destinazioni che conoscono e a cui sono legati, a volte si tratta di ragioni difficilmente esprimibili perché profondamente personali. Spesso si tratta di luoghi con profondi significati emozionali e ritornarvi ci permette, in un solo momento, di costruire un nuovo momento di vita nella loro cornice, realizzare un futuro nuovo ricordo e al tempo stesso di rivivere le preziose sensazioni di un tempo. Ci sono posti, del resto, che hanno saputo scaldarci l’ anima e il cuore e solo l’idea di tornarci ci rasserena e consola. Del resto, se un luogo ci ha reso felici, continueremo sempre a volervi far ritorno, così proprio come ricercheremo senza fine una persona che amiamo. Tornare nel luogo che amiamo può farci sentire nuovamente al posto giusto e al sicuro. Rivedere il mare che conosciamo, così come il centro del paese che conosciamo a menadito, riprendere il traghetto per la nostra tratta preferita e molto altro, ci può far sentire a casa. Quei luoghi è come se parlassero e se raccontassero di noi. Sentirsi in ambiente conosciuto e familiare ci permette poi di rilassarci e concentrarci maggiormente sull’esplorazione di quartieri meno battuti, di sentieri non ancora percorsi e di spiagge sconosciute. Le giornate sono più facili da programmare e questo aspetto ci permette di percepire meno stress da pianificazione e concentrarci sulle attività, escursioni o esperienze che più ci emozionano. E’ come rivedere un film che amiamo ogni volta con lenti differenti, per scoprirne nuove battute, sfaccettature e significati. Ogni volta si arricchisce il bagaglio e si vive il luogo del cuore da una diversa prospettiva. Si creano dei ricordi preziosi con il nostro partner, con i nostri cari, con i nostri figli, che crescono imparando ad amare i luoghi della loro infanzia a tal punto che da adulti, quegli stessi bambini, forse vorranno condividere la medesima esperienza con i loro di figli. Mete di viaggio che nel tempo possono diventare delle vere e proprie tradizioni di famiglia. Ognuno di noi naturalmente è assolutamente libero di scegliere se tornare in una destinazione già visitata oppure dirigersi in un posto nuovo. Quello che conta è che un viaggio sia in grado di renderci felici e di farci sentire veramente bene.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta