“Per affrontare l’emergenza coronavirus è giusto e necessario fare ogni sforzo possibile. La scelta di riconvertire a ‘ospedale Covid’ il Magalini di Villafranca lascia scoperto un territorio enorme. Non era meglio puntare su una struttura dismessa, anche per dare il segnale della riapertura di un servizio pubblico, specializzato in uno specifico settore? Oppure, vista la doverosa esigenza di rispondere alla drammatica situazione della Lombardia, perché non si è pensato a un ospedale più vicino?”.
A interrogarsi su presente e futuro del Magalini è la consigliera del Partito Democratico Anna Maria Bigon, dopo la decisione della riconversione da parte della Regione. “Tutte le attività saranno spostate, ad esclusione della maternità e degli interventi oncologici e urgenti, lasciando spazio ai pazienti positivi al test del coronavirus; il Pronto soccorso viene declassato a Punto di primo intervento a cui afferiranno esclusivamente persone con patologia Covid o sospetta, eliminando un servizio enorme per il territorio”.
“Sono domande e preoccupazioni legittime e chiederò risposte precise, messe nero su bianco, in commissione Sanità. Se è vero che sarà potenziato per fronteggiare l’emergenza Covid, con 28 posti letto di terapia intensiva, 22 di pneumologia semi intensiva e 90 di malattie infettive, cosa ne sarà dell’ospedale quando, speriamo presto, usciremo da questa situazione? Non poteva essere allestito un solo padiglione, lasciando i servizi per il territorio? Nel 2019 nelle sale operatorie di Villafranca e Bussolengo sono state effettuate 8777 interventi, di cui 2995 ordinari. Con la riconversione del Magalini, cosa succederà all’Orlandi? Inoltre Villafranca tra tutti gli ospedali della provincia Villafranca è quello con il personale più anziano dal punto di vista anagrafico. Anche per questo non sembra la scelta più azzeccata”.
“Dopo la chiusura di tanti altri presidi in zona – aggiunge Bigon – il Magalini doveva essere potenziato, per rispondere ad un bacino di 100 mila abitanti. Ripeto, è indispensabile mettere in campo ogni energia per combattere l’emergenza, ma non si può lasciare scoperto un intero territorio”.