Facebook ci regala spesso autentiche perle di nostalgia. Da facebook ecco questa foto, scattata a Cavalese, in ritiro. E’ un tuffo nel passato, per ripensare a un Verona senza tempo. E’ il primo Verona di A di Osvaldo Bagnoli. Il tecnico non chiede niente alla società. Ha la sua squadra, i suoi fedelissimi, non rinuncerebbe mai a loro. “Ma qualcosa dobbiamo fare, anche per gli abbonamenti” dicono in società. “Abbiamo preso Dirceu” dicono all’Osvaldo. Dirceu è un fuoriclasse brasiliano, tre mondiali sulle spalle, classe, talento, personaggio vero. Gira con pacchi di cartoline, con la sua foto e la maglia numero 10. L’Osvaldo si informa e fa: “Ma in quel ruolo c’è Guidolin…”. La frase è destinata a far storia, ovvio. “Dirceu era molto più forte di me” disse un giorno Guidolin. “Ma io ringrazio sempre il mister, per quel pensiero”.
L’Osvaldo fa buon viso, per forza. Dirceu diventerà il leader di quel Verona e pur restando un anno soltanto, entra di diritto nella storia gialloblù. “Ricordo la prima partita” racconta sempre Di Gennaro. “Il mister dà i numeri, io ho il 10, Dirceu ha il 9. Josè mi viene vicino e mi dice: “Antonio, io devo giocare col 10, ho tutte queste cartoline già pronte…”. Io gli dico, parlane col mister, per me nessun problema… Il mister accetta e da quel giorno io gioco col 9 e Dirceu col 10…”.
E Zmuda? Il polacco è un altro fuoriclasse, alle spalle a sua volta ha quattro mondiali, con la sua Polonia dov’è un autentico big. Ma la sfortuna è in agguato. S’infortuna in avvio di stagione, il ginocchio fa crack, l’intervento è più complicato del previsto. Così, la sua storia col Verona è in realtà un lungo percorso a inseguimento, senza mai davvero trovarsi. “Il mio grande rimpianto” ha sempre detto Vladek. “Quella squadra era fortissima e poteva essere per me il posto ideale per chiudere la carriera…”. Giocherà alla Cremonese, poi tornerà in patria. Tra rimpianti e nostalgia.