«Non è pensabile che le aziende agricole, che già stanno vivendo una situazione di difficoltà, si accollino costi aggiuntivi a causa di una situazione di cui sono vittime». E’ molto arrabbiato il presidente provinciale della Coldiretti Claudio Valente. Il distretto agricolo più importante del Veronese, assieme a quelli del vino, è pronto ad agire per i danni causati dai Pfas. Valente si trova sulla stessa lunghezza d’onda del vice-presidente di Cia Verona, Andrea Lavagnoli che invoca provvedimenti. «È ora di finirla con i balletti dei dati e di imputare i costi di questo disastro ai reali responsabili», dice. All’origine delle dure prese di posizione dei rappresentanti del mondo agricolo, c’è la vicenda della contaminazione delle acque del territorio a cavallo fra le provincie di Verona, Vicenza e Padova da sostanze perfluoro-alchiliche le quali, secondo la Regione, sono state sversate per decenni. Un inquinamento che è stato definito ufficialmente un rischio per la salute umana. Anche gli allevatori sono stati alla finestra per seguire l’evolversi dei fatti, ma adesso a Confagricoltura non riescono più a tacere e danno voce alla rabbia di tante aziende che, con l’estate alle porte, tremano all’annuncio della possibile chiusura dei pozzi privati e delle analisi periodiche a proprie spese. “La Regione ha buttato via tre anni facendo i campionamenti malissimo”, dice Michele Barbetta, presidente degli avicoltori di Confagricoltura, “senza coordinamento tra le diverse Ulss e senza una metodologia univoca. Il risultato è che ad oggi sulle sostanze Pfas non abbiamo dati certi, né un piano di controllo valido sugli alimenti. Eppure si decide di chiudere i pozzi a scopo precauzionale, mettendo a repentaglio centinaia di aziende agricole venete che già stanno vivendo un momento di gravissima sofferenza”. Ora che l’Istituto Superiore di Sanità ha stabilito che la contaminazione è arrivata addirittura al sangue dell’uomo, attraverso la contaminazione dell’acqua e della catena alimentare, è facile che migliaia di cittadini colpiti promuovano, azioni civili e penali. Intanto la senatrice Laura Puppato ha chiesto l’intervento della commissione Ecomafie per le attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.