Mentre nei cinema degli Stati Uniti prosegue il glorioso testa a testa tra Barbie e Oppenheimer, le piattaforme di streaming italiane ripropongono, senza fare chiasso, uno scontro tra titani che ha animato le nostre reti televisive per il primo decennio degli anni Duemila: “I Cesaroni” vs. “Un Medico in Famiglia”.Difficile dare un giudizio su quale delle due meriti di portare a casa il trofeo del vincitore: nonostante le prime stagioni siano entrate a tutti gli effetti nella storia del cult televisivo italiano, appare evidente che il flop degli ultimi capitoli – in ambedue i casi – ci abbia, ahimé, lasciato con l’amaro in bocca. Ciò nonostante, è innegabile che, durante quello che è stata a tutti gli effetti “l’età d’oro” della fiction italiane, queste due serie tv hanno catturato milioni di telespettatori, scatenando un vero e proprio derby …con tifoseria per le coppie del cuore annessa. Da una parte, la famiglia simbolo di RAI Uno capitanata dal dottor Gabriele “Lele” Martini (Giulio Scarpati) e dall’irrequieto Nonno Libero (un leggendario Lino Banfi); nella fazione Mediaset, invece, la caciarona famiglia Cesaroni, trainata dall’iconica coppia formata da Claudio Amendola ed Elena Sofia Ricci.
Emittenti distinte, fans differenti, vicende che pur assomigliandosi prendono strade diverse: eppure, le caratteristiche in comune sono davvero molte. Entrambe adattamenti di fortunati format spagnoli (Los Serrano e Médico de familia), le due storie prendono vita tra le strade – e la periferia – romane. Case troppo piccole per ospitare tutti, litigi, incomprensioni, fatti e misfatti…Ma ad accumunare questi due classici della televisione italiana è soprattutto l’effetto “cartina tornasole”: le famiglie Martini-Cesaroni propongono infatti due prototipi di famiglia allargata, specchio di un’Italia che, all’inizio del nuovo millennio, ha abbracciato un nuovo concetto di famiglia.Tra divorzi, secondi matrimoni, traslochi e convivenze forzate, “Un medico in famiglia” e “I Cesaroni” hanno aperto le danze a una televisione che non ha paura di mostrare il progresso italiano in tutta la sua caotica imperfezione. E, se va detto che nel corso dei centinaia di episodi non sono mancati stereotipi, cliché e passi falsi, bisogna proprio ammettere che entrambi questi format ci sono rimasti nel cuore, e che il loro arrivo sulle piattaforme ci ha fatto tornare la voglia di cantare “Ahi ahi ahi ahi, un giorno ti innamorerai!” e “Pentole e bicchieri!” a squarciagola, proprio come facevamo nei primi anni duemila, davanti a quel televisore.Sia “Un medico in Famiglia” che “i Cesaroni” sono disponibili in versione integrale su Prime Video. La prima è disponibile anche su Rai Play e, dal 20 luglio, le prime tre stagioni dei Cesaroni (le più belle, possiamo ammetterlo!) sono disponibili su Netflix.
Martina Bazzanella