“Ponte Nuovo è l’ennesima dimostrazione di come l’Amministrazione comunale gestisca i cantieri, anche quelli indispensabili e non più rinviabili come questo: senza trasparenza e comunicando poco e male con i cittadini, che scoprono le implicazioni – e i disagi – dell’intervento soltanto strada facendo’’.
Per Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Traguardi, è abbastanza normale che i tempi per un intervento pubblico di simile portata siano più lunghi del previsto, ma proprio per questo sarebbe stato opportuno informare prima e meglio la cittadinanza.
«Per una città come Verona, che si sviluppa a cavallo di un fiume importante, il tema è già stato affrontato in passato con questo tipo di soluzione», spiega Pietro Trincanato, storico e presidente di Traguardi. «A pochi mesi dalla grande alluvione del 1882, quando il ponte Nuovo risultò il più danneggiato fra i ponti cittadini, l’Amministrazione comunale aveva già fatto allestire un ponte provvisorio carrabile e pedonale. Negli anni Trenta del Novecento, quando il ponte Nuovo fu demolito per essere sostituito e ricostruito a qualche metro di distanza, il passaggio da una sponda all’altra venne garantito tramite una passerella pedonale. La stessa cosa avvenne dopo la Seconda guerra mondiale, durante la ricostruzione post bellica dei ponti minati dai soldati tedeschi in ritirata».
Essendo stato spostato rispetto alla sua posizione originale, il passaggio sarebbe già provvisto di due sporti per l’aggancio di una passerella temporanea. «La soluzione è già stata adottata in altri contesti italiani grazie alla collaborazione del Genio Militare», sottolinea Ferrari. «Sappiamo che fra qualche tempo il passaggio pedonale verrà riaperto nell’area di cantiere, ma farlo rallenterà inevitabilmente i lavori sul ponte che andrebbero più spediti, se fosse chiuso del tutto. Per questo la realizzazione di un attraversamento temporaneo alternativo andava presa in considerazione. È un grave errore che non sia stata strutturata un’alternativa, ma crediamo che sia ancora possibile iniziare un dialogo con il Genio Militare, per lo meno per valutare la fattibilità dell’opera, dal momento che il cantiere di ponte Nuovo non terminerà a stretto giro».