Quattro artisti dall’anima musicale diversissima ma che sono riusciti a creare un mix perfetto: questi sono i Duck Baleno. Duck Baleno è un progetto che ha preso vita a Verona nel 2019. Coinvolge quattro musicisti: Francesco Ambrosini (voce, chitarra acustica e tastiere), Francesco Quanilli (chittarra elettrica, voci), Damiano Dalle Pezze (batteria) e Roberto Panarotto (basso). A parlarcene meglio è il frontman del gruppo, Ambrosini.
Tu e gli altri membri della band avete background musicali molto diversi…
“Proprio il coinvolgimento dei vari generi ci ha fatto arrivare al nostro sound. Comunque, gli altri sono molto bravi e open mind. Quindi non hanno problemi. Ad esempio, Damiano, che è molto punk, non ha problemi ad andare su ritmi più hip hop. Fondamentalmente, io scrivo un pezzo e faccio un provino suonato. Poi ognuno cerca di stare sulle linee del provino. Però, ovviamente contamina il tutto con il suo background. È un incastro che funziona molto bene. Quando non funziona lo sentiamo e cerchiamo di affrontare la cosa nel migliore dei modi. Poi ci si viene incontro. Però, tendenzialmente l’approccio è molto naturale”.
Influenze del vostro progetto?
“Fino a un anno fa avrei detto rock elettronico. È assolutamente la parte da cui iniziamo dal punto di vista del genere. Poi cerchiamo di andare su un approccio un po’ più ricercato a livello di suono”.
La canzone che più vi rappresenta?
“La meglio riuscita e quella che ci appassiona di più è ‘Enough Time’, un pezzo più pop e funk che elettronico. Invece, forse quella che ci rappresenta di più dal punto di vista dell’atmosfera è ‘Right way’”.
Parlando di “Enough Time”: ricorda molto i Franz Ferdinand …
“Assolutamente. Fa parte di una vena un po’ più brit rock che facciamo, come anche un altro pezzo, “Sullivan Soul”. Vengono immediatamente in mente i Franz Ferdinand e gli Arctic Monkeys come attitude”.
È stata selezionata anche per la “Vans Music Wanted” …
“Sì, quella è stata una super sorpresa. Due anni fa, circa alle 6 del mattino, avevo visto il concorso di Vans al computer e ho fatto l’application. Dei continenti Europa e Africa, tra tutti i partecipanti siamo arrivati tra i primi 5. Da lì, Vans ci fatto fare un piccolo live a Verona e ci ha coinvolto in parti di video, di pubblicità. Ci ha dato molti riconoscimenti, tra cui una chitarra Fender a testa. Abbiamo fatto un video/spot per Vans a Milano con tanto di casa di produzione”.
Qual è il vostro processo creativo?
“Generalmente io scrivo delle canzoni nello studio discografico dove lavoro. Poi con i ragazzi le modifichiamo. Roberto, essendo madrelingua inglese, mi aiuta parecchio con i testi. Quanilli è molto bravo a mettere a posto le strutture dei pezzi”.
Programmi per il futuro?
“Abbiamo un bel po’ di pezzi in cantiere, scritti in questi ultimi 3 anni. Il prossimo disco uscirà verso maggio e avrà atmosfere un po’ più tetre. Poi, l’idea è di pubblicare ancora verso fine estate. E sarà un disco molto più punk”.
Giorgia Silvestri