La cronaca ci riporta spesso storie di violenze sessuali, con vittime inermi, stordite dalla “rape drug” la droga dello stupro. E’ importante conoscere per capire e proteggersi. Le droghe da stupro sono sostanze utilizzate per alterare le capacità psichiche di una persona e possono venire assunte senza che la vittima se ne accorga. Si utilizzano per rendere indifese le vittime, inabilitarle e abusarne, come un “real doll”. E’ utile premettere che nessuna sostanza è definibile come “la droga dello stupro”, è più corretto riferire che esistono diverse sostanze che possono mettere in pericolo il soggetto che le assume. L’alcol è riconosciuta come la più diffusa droga dello stupro a cui si deve prestare massima attenzione, essendo facilmente reperibile ed essendo legale. L’alcol è la sostanza maggiormente riscontrata nei casi di DFSA-Drug Facilitated Sexual Assault. L’espressione droga dello stupro è entrata nell’immaginario mediatico perché alcune sostanze, possono essere assunte inconsapevolmente e perché sono capitati casi in cui a seguito di una loro assunzione erano seguite delle violenze. Il “drink spiking” è l’aggiunta di sostanze a una bevanda, per rendere “più vulnerabile” la vittima, come il GHB (incolore, inodore, insapore) facilmente occultabile e con un effetto potenziato se abbinato all’alcol. La sua rilevazione, inoltre, nei campioni biologici è difficoltosa perchè viene rapidamente eliminato dall’organismo inoltre, è naturalmente presente nel nostro cervello come neurotrasmettitore. Oltre al GHB, possono essere usati con scopi simili GBL, ketamina, MDMA e cocaina. Così come psicofarmaci ansiolitici e ipnotico-sedativi, a causa di specifiche proprietà farmacologiche come la capacità di indurre disinibizione, dissociazione, miorilassamento e perdita di memoria a breve termine. In alcuni Paesi, tra cui l’Inghilterra, si sta evidenziando un’altra preoccupante modalità di somministrazione inconsapevole lo “spiking by injection” ovvero alla vittima prescelta si iniettano dosi di sostanza, solitamente alle spalle, in luoghi bui e affollati. In sintesi, l’assunzione di sostanze psicoattive, in grado di alterare lo stato psico-fisico di un soggetto, espone la persona (donna o uomo che sia) a comportamenti a rischio, tra cui l’essere incapace di esprimere il proprio consenso in scelte e comportamenti, compreso essere consenzienti o meno in un atto sessuale. Oltre ad evitare di mettersi in condizione di perdere la lucidità e di conseguenza il controllo sulle nostre azioni, è da consigliare l’adozione di alcuni comportamenti protettivi, quali: non accettare bevande aperte da sconosciuti, non lasciare la propria consumazione incustodita, evitare di stare in locali stipati dove il contatto fisico risulta facilitato, non stare soli in luoghi estranei e preferire le uscite con persone di fiducia.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta