Il dream team di Mario Draghi ruota intorno a 15-16 poltrone. Sarà un governo di alto profilo che seguirà il modello dell’esecutivo Ciampi, che per la prima volta sperimentò un mix di politici e tecnici. Pochi e selezionati in modo da offrire l’immagine di novità e forza: da Cartabia a Capua, da Giovannini a Panetta, è ufficialmente iniziato il totoministri .
La possibile formazione – Come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Draghi potrebbe scegliere un suo ex collaboratore alla Bce, Eugenio Sgriccia. Al Viminale papabile la riconferma dell’attuale Luciana Lamorgese. Alla Giustizia invece il grillino Alfonso Bonafede dovrebbe essere sostituito da Marta Cartabia, ex presidente della Corte costituzionale. Per lo stesso dicastero in lizza ci sarebbero anche Raffaele Cantone, ex presidente dell’Anac, Paola Severino (per lei sarebbe un ritorno: ruolo già occupato nell’esecutivo Monti), il giurista Sabino Cassese.
La poltrona che più scotta è probabilmente quella che si dovrà occupare del Mef. Fabio Panetta, membro del board della Bce, gode di grandissima stima da parte di Draghi, potrebbe essere chiamato sia a dirigere un ministero economico sia ad avere un ruolo chiave nella gestione del Recovery plan e del fondi europei che toccheranno all’Italia. Questo non significa che Draghi è pronto a sacrificare Roberto Gualtieri, attuale capo del Mef, anzi. Come avvenuto anche in altri Paesi della Ue l’intenzione di Draghi sembra proprio quella di portare interamente sotto le competenze del ministero dell’Economia la gestione dei 209 miliardi dei fondi europei creando un ministero ad hoc.
Diversi i nomi che affollano lo Sviluppo economico. Enrico Giovannini, tra i primi, economista ed ex ministro del Lavoro nel governo di Enrico Letta, visto bene, però, anche all’Ambiente o nuovamente al Lavoro. Compare in lista anche Carlo Cottarelli, che potrebbe sedere ai Rapporti con l’Ue o all’Economia. La casella della Farnesina, occupata dal pentastellato Luigi Di Maio, potrebbe essere affidata a Enzo Moavero Milanesi, già ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, o a Elisabetta Belloni, segretario generale allo stesso dicastero.
Resta cruciale la Sanità. Il ministro Roberto Speranza, in quota LeU crede in una riconferma, ma è molto quotato è il nome di Ilaria Capua, virologa ed ex parlamentare. Verso una riconferma il ministro Francesco Boccia, in quota Pd, e Stefano Patuanelli (se il M5s dovesse appoggiare l’esecutivo Draghi).
All’Istruzione invece, compare Patrizio Bianchi, docente dell’Università di Ferrara ed ex capo della task force del ministero.
Infine ci sono dei nomi politici che dovrebbero entrare in squadra, con una collocazione ancora da definire. Per il Pd ci sarebbero i suoi tre principali capicorrente: Lorenzo Guerini, gradito anche al Colle, Andrea Orlando e ovviamente Dario Franceschini. In quota Italia Viva potrebbe esserci Teresa Bellanova all’Agricoltura (in ballottaggio con Ettore Rosato).
Per la Lega, se appoggerà Draghi, potrebbe salire a bordo Giancarlo Giorgetti, Quanto a Forza Italia, difficile che entri con ministri politici ma se dovesse farlo, potrebbe promuovere Antonio Tajani, una vita a Bruxelles e già presidente dell’Europarlamento.