Ottantasette anni, nato a Fort Myers – in Florida – ma con Verona stampata nella mente da quel tremendo 17 dicembre 1981, quando nella nostra città, nel periodo in cui era comandante della Nato nell’Europa meridionale, venne rapito da un commando di quattro uomini delle Brigate Rosse. Era tornato molte volte a Verona il generale americano James Lee Dozier, mai però per un incontro ufficiale col sindaco. Questa volta il generale ha incontrato Federico Sboarina. “All’epoca c’era Gabriele – ha detto il sindaco – ricordo bene quei giorni, anche se ero un bambino, il clima di apprensione che si respirava per il rapimento e, più in generale, per il terrorismo che minacciava il nostro Paese. Così come ricordo il sollievo e la gioia che si è percepita dopo la liberazione del generale Dozier, un avvenimento che resterà indelebile nella memoria cittadina. Sono felice che abbia un ricordo piacevole del tempo trascorso nella nostra città, ed orgoglioso che la trovi più bella, prospera e accogliente”. “Attendevo questo momento da molto tempo” ha commentato Dozier, visibilmente commosso. “Incontrare e ringraziare personalmente il sindaco di Verona per me significa ringraziare tutta la città, tutti i cittadini che in quei drammatici giorni sono rimasti vicini alla mia famiglia e che hanno dimostrato grande solidarietà anche dopo la mia liberazione. Torno spesso in Italia, per rivisitare i luoghi più cari come Verona, Padova e Roma. Questa visita ha per me un significato davvero spe ciale, spero che la gratitudine che provo nei confronti della città venga davvero percepita”. Della sua permanenza a Verona, il generale ha ricordato il jogging mattutino in riva all’Adige, le opere in Arena e il concerto di Pavarotti. Dozier ha ricordato di aver poi incontrato alcuni ex brigatisti, dai quali si è fatto raccontare le strategie eversive di quegli anni. Il generale era accompagnato dal colonnello Mario Gargiulo, che ha prestato servizio al Pentagono.