“Gotico Americano” di Arianna Farinelli (2020, Bompiani)
Chi siamo? A quale gruppo apparteniamo? Chi è diverso da me? Chi è mio nemico? Inevitabile porsi queste domande, con le quali, i protagonisti del romanzo d’esordio di Annalisa Farinelli, fanno i conti.
Bruna, italiana residente negli Stati Uniti, con il suo “alien number” attribuitole dalla burocrazia statunitense, i genitori del marito, italoamericani perbenisti e conservatori, Mario con il suo disagio verso un corpo maschile che non gli corrisponde e infine Yunus, lo studente afroamericano con il quale Bruna intreccia una relazione.
Attraverso la lente della diversità Arianna Farinelli ci restituisce la misura del mondo in cui viviamo. .
Il racconto che si snoda in queste pagine ci mostra che non siamo civiltà incompatibili ma comunità caratterizzate da confini che si sovrappongono, persone accomunate da uno stesso destino.
In un’accorata postfazione, l’autrice ci ricorda che “la democrazia è sempre perfettibile e ognuno di noi ha la responsabilità di migliorarla affinché nessuno sia escluso”, perché “la mia libertà non finisce dove comincia quella di un altro. La mia libertà non può neppure iniziare se coloro che mi stanno accanto non sono liberi”. La libertà e i diritti degli altri sono anche – in primis – una nostra responsabilità. Come non pensare allora a quanto accaduto qualche settimana fa nel tempio della nostra democrazia, tra fischi e scene da stadio? Come è possibile che qualcuno si batta contro l’estensione ad altre comunità di diritti e tutele di cui egli già gode?