Lo scorso 24 luglio titolavamo “Il capolavoro dell’Inps” per denunciare lo stato di totale abbandono in cui versa villa Pullè, gioiello neopalladiano del ‘600 che l’istituto di previdenza, con imprevidenza, negli anni ha lasciato andare in malora. La villa è diventata da tempo un luogo di rifugio per sbandati di ogni risma. E’ un posto di spaccio e di un degrado che è meglio non descrivere nei particolari. I residenti del quartiere Chievo sono esasperti. Potrebbero godere di una perla, e invece hanno a che fare con un edificio cadente che fa schifo. E che dopo il naufragio del prototocollo d’intesa col Comune per il restauro rimarrà tale per chissà quanto tempo ancora. Ieri il deputato della Lega Paolo Paternoster, affiancato dal consigliere comunale del Carroccio (da cui è stato espulso ma continua ad esserne il capogruppo in Consiglio comunale) Mauro Bonato, come promesso dopo la denuncia del nostro giornale ha presentato l’interrogazione parlamentare depositata a Montecitorio e finita sul tavolo del ministro grillino ai Beni Culturali Alberto Bonisoli. “Solleciti l’Inps a intervenire nel più breve tempo possibile” ha detto Paternoster. “La villa sta crollando, la proprietà è frequentata da malintenzionati, gli innumerevoli alberi ad alto fusto sono nella più completa incuria con rischio di crollo sia all’interno del parco che all’esterno. L’Inps deve fare necessariamente qualcosa urgentemente” ha aggiunto “venda l’immobile, intervenga per un suo completo ripristino, lo dia in concessione a qualsiasi realtà che se ne prenda subito cura e restituisca ai cittadini una fantastica realtà”. Alla causa, oltre a Bonato, si è unito anche il consigliere del Carroccio Roberto Simeoni. Resta da capire per quanto tempo ancora il presidente dell’Inps Tito Boeri continuerà a fare spallucce.