“Non c’è, al momento, nessuno strumento giuridico che limiti lo spostamento dei cittadini di altri paesi della Comunità Europea nel nostro paese. Se l’autorità amministrativa può vietare la vendita di biglietti, ma 600-1000 tedeschi decidono che vogliono muoversi verso l’Italia non abbiamo, a meno che non si blocchino le frontiere Schengen, nessuno strumento giuridico legittimo che ci legittimi a bloccarli. Quando mi si dice “perché sono potuti venire in Italia?”, io ribatto: con quale norma io posso impedire l’accesso in Italia ad un cittadino della Comunità Europea?”. Lo ha detto Girolamo Lacquaniti, portavoce Associazione Nazionale Funzionari Polizia, a 24 Mattino su Radio 24 e dirigente della Polstrada a Verona, che poi ha aggiunto: “Merita il gioco del calcio la sospensione di uno dei più alti traguardi che abbiamo raggiunto da un punto di vista della libertà di movimento? Cioè, noi per il calcio dobbiamo davvero bloccare Schengen? Però se i comportamenti sono questi una riflessione va fatta, uno strumento giuridico per bloccare, non l’Europa, ma dei delinquenti va fatto”. Il dottor Lacquaniti ha ricordato che dopo il G8 di Genova le regole sono cambiate e non si può arrivare a scontri “tutto il nostro approccio all’ordine pubblico è stato completamente rivoluzionato sulla base di un principio: l’incolumità delle persone, il fatto di evitare scontri che possano portare a feriti gravi o a qualcosa di peggio, è prioritario rispetto al fatto che si possano danneggiare degli oggetti. Dopo che ho visto le immagini di ieri, dopo aver visto anche le immagini degli anarchici a Torino, la domanda brutta che pongo è se veramente certe persone, certi criminali valgono di più delle cose che distruggono. Perché forse le regole di ingaggio per la gestione di questi soggetti devono cambiare. Ogni volta che c’è un’azione di forza da parte nostra partono attacchi su Polizia violenta e soprattutto partono nei nostri confronti procedimenti giudiziari”. E a Calenda che in qualche suo intervento usa il termine “questurino’’ a mo’ di offesa il dirigente della questura sottolinea come “va trovata una riflessione meno ingiuriosa nei nostri confronti anche da parte di soggetti apparentemente moderati. Se l’onorevole Calenda smettesse di utilizzare il termine questurino come un’offesa, farebbe una cortesia non solo a noi ma anche a sé stesso’’.