E’ convocato per gennaio 2024 il tavolo di lavoro voluto dall’Amministrazione con focus sul carcere di Verona. Alla luce dei recenti casi di detenuti suicidi all’interno della struttura, si cercherà di capire bisogni e urgenze della Casa Circondariale al fine di trovare soluzioni idonee.
Una realtà, quella del carcere cittadino, su cui l’Amministrazione ha posto da sempre particolare attenzione. Al di là di qualsiasi visione si possa avere, i detenuti sono persone per le quali deve rimanere sempre alta l’attenzione perché non si perdano occasioni di recupero dal punto di vista umano e sociale. Ciò in virtù anche della considerazione che per la maggior parte di coloro che entrano in carcere, la detenzione è un’esperienza transitoria, terminata la quale tornano ad essere cittadini a tutti gli effetti. Un reinserimento nel territorio che non può prescindere dal territorio stesso, considerato anche che molti dei detenuti nel carcere di Verona sono residenti del comune.
Da qui la necessità di un’integrazione tra carcere e territorio che deve rivelarsi efficace e duratura.
Al tavolo sono stati invitati il Capo Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Giovanni Russo, la direttrice della Casa Circondariale di Montorio Francesca Gioieni e il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale don Carlo Vinco. Per il Comune ci saranno gli assessori alle Politiche sociali Luisa Ceni, alla Sicurezza Stefania Zivelonghi e al Terzo settore Italo Sandrini.
Nel frattempo Flavio Tosi, deputato di Forza Italia, ha presentato un’interrogazione al Ministro della Giustizia Carlo Nordio a seguito dei tre suicidi in un mese di detenuti alla casa circondariale di Verona: il 10 novembre, il 20 novembre e l’8 dicembre. Tosi, ricordando che la Costituzione prevede che le carceri, oltre alla giusta funzione repressiva, hanno anche lo scopo di recuperare alla comunità i reclusi, e sottolineando “il gravoso ed encomiabile impegno profuso dalla Polizia Penitenziaria”, chiede al Ministro “quali azioni intende intraprendere per cercare di evitare il ripetersi di ulteriori simili tragedie”.
“Ministero e dirigenti degli istituti penitenziari – spiega Tosi – già oggi si adoperano per migliorare la condizione di vita dei detenuti e ciò ha effetti positivi sul clima di convivenza in carcere e di riflesso agevola anche il gravoso ed encomiabile impegno profuso dalla Polizia Penitenziaria. Forse però occorre uno sforzo ulteriore in questa direzione”.