Tre giovani sorelle unite nel dono del sangue. Anna, Adele ed Elisabetta Bressan hanno varcato le porte del Centro trasfusionale dell’ospedale di Bovolone per compiere insieme un gesto altruistico: donare il sangue. E per inviare un messaggio ai coetanei, tramite i social: «Donare è un gesto semplice, tu perché non lo fai?».
«È bastata una telefonata per metterci a disposizione, poi i volontari di Fidas Verona ci hanno accompagnate passo dopo passo – dicono –. Passando parola tra i nostri amici,abbiamo notato che circolano ancora delle idee errate legate al dono. Per esempio, i tatuaggi: si può donare già dopo 4 mesi, ma in molti non lo sanno; lo stesso vale per i piercing. Sembrano banalità, eppure… Speriamo che il nostro piccolo gesto possa spingere altri giovani a mettersi in discussione e a vincere certe paure, superabili, come quella dell’ago».
«A inizio anno ho visto girare sui canali social di Fidas Verona gli appelli alla donazione di sangue, che scarseggiava, così ho scritto alla Fidas di Bovolone per avviare l’iter, coinvolgendo le mie sorelle», spiega Alice. «Ora sono entusiasta di fare questo gesto: mi tipizzerò anche per diventare donatrice di midollo osseo, altra pratica intorno alla quale ci sono credenze sbagliate, come il fatto che sia dolorosa – prosegue –. In realtà, con un semplice prelievo di sangue, eseguito entro i 35 anni, si viene iscritti al Registro: solo in caso di compatibilità, che è una su centomila fra non consanguinei, si verrà chiamati per donare le cellule staminali emopoietiche, una procedura per niente invasiva».
Anna, l’altra gemella 22enne, formatasi come estetista all’Enaip di Legnago e oggi commessa in un negozio che vende prodotti per parrucchieri e saloni estetici, ha compiuto il primo passo con la visita di idoneità. Un gesto spontaneo, che ha condiviso con la sua platea di oltre 15mila seguaci su Instagram. Anche la sorella maggiore, la 29enne Elisabetta – diplomatasi al liceo “Cotta” di Legnago, di professione impiegata, che aveva fatto l’aspirantato dieci anni fa, ma era al limite del peso necessario – ha già superato la visita medica di idoneità e farà la prima donazione di sangue a metà aprile.
«Se c’è una persona che ha bisogno, si aiuta: fare del bene agli altri ci fa stare bene e non costa niente», conclude il trio di giovani. Ci credono veramente, anche per un triste episodio che ha segnato la loro infanzia. «Nostra sorella Caterina è mancata nel maggio del 2007, a soli 16 anni, mentre era in bici davanti casa, il giorno della Festa della mamma, investita da un ragazzo che guidava oltre i limiti di velocità. Gli organi di Caterina, donati, hanno salvato cinque vite – sottolineano –. Questo fatto di sicuro ci ha fatto riflettere in modo profondo: oltre che per le operazioni di routine, il sangue è fondamentale anche per i trapianti; ma per donare il sangue non bisogna per forza aspettare che qualcosa di grave ci tocchi da vicino». Le tre hanno anche un’altra sorella, Francesca, 25enne, che ha da poco scoperto di aspettare un bambino.