Una donazione “di gruppo” per promuovere il dono col buon esempio. In occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue, che si tiene ogni anno il 14 giugno, giorno della nascita dello scopritore dei gruppi sanguigni Karl Landsteiner, Fidas Verona ha diffuso la storia di Pancrazio Santacroce, storico donatore della sezione di Caselle di Sommacampagna, che per la sua donazione numero 100 ha coinvolto un bel gruppo di familiari e amici. Al Centro trasfusionale dell’ospedale di Borgo Trento, indossando la maglietta celebrativa “100 volte per te”, si sono presentati 8 donatori, un aspirante e il nonno-mascotte dell’avvenimento. «Visto il traguardo delle mie 100 donazioni, ho chiesto in famiglia se volevano accompagnare questo mio gesto tendendo il braccio lo stesso giorno e tutti mi hanno risposto di sì», spiega Pancrazio Santacroce, 60 anni, originario del Casertano ma da 35 anni residente a Caselle di Sommacampagna; pensionato con una carriera militare alle spalle, è impegnato nel volontariato e da un anno è consigliere della locale sezione di Fidas Verona. Moglie, figli, cognati e nipote l’hanno seguito, rendendo indimenticabile la centesima seduta sul lettino per donare. Al suo fianco, come dimostra la foto di gruppo scattata per l’occasione, c’erano la moglie Lina Del Monaco, poliziotta con all’attivo una decina di donazioni, il loro figlio Davide Santacroce, 29 anni, insegnante di Matematica, 13 donazioni all’attivo, la figlia Sofia Santacroce, 24 anni, 14 donazioni fatte, in tasca una laurea in Culture e tecniche della Moda che le ha permesso di lavorare nell’archivio storico di una nota casa di moda italiana. Non solo: hanno donato pure la cognata Maria Rosaria Del Monaco, affiancata dal marito Stefano Giraldi e dalla figlia Chiara Giraldi, 25 anni, architetto che si occupa di grafica (è lei ad aver dato forma alla maglietta celebrativa dello zio). A tendere il braccio c’era anche Giovanni Del Monaco, altro cognato di Pancrazio, di professione operatore sanitario, e un amico del donatore-record, Mario Parlato, che ha fatto la visita per l’aspirantato. A supervisionare le operazioni, infine, c’era la mascotte del gruppo, Vincenzo Del Monaco, 84 anni, suocero di Pancrazio, orgoglioso che genero, figli e nipoti abbiano questa voglia di mettersi in gioco per gli altri. «È stato bello donare circondato dall’affetto di così tante persone, sono contento che abbiano accettato il mio invito – commenta il donatore “centenario” –. Non è stato difficile convincerli: anche quando lavoravo cercavo sempre di portare con me dei colleghi, chiedendo di dirmi quando erano liberi; in base alla loro disponibilità prenotavo». Santacroce ha cominciato a donare a 18 anni e non ha più smesso. «È un dono che si fa agli altri, sapendo che un giorno quella sacca potrebbe servire a noi o a chi vogliamo bene – sottolinea –. Ed è sempre emozionante: mi ricordo ancora una telefonata di oltre trent’anni fa, quando mi contattarono dall’ospedale perché serviva sangue del mio gruppo per l’intervento chirurgico di un bambino. Mollai tutto e corsi in ospedale». «È grazie a persone come Pancrazio, che mettono in circolo la bellezza del dono, se i nostri ospedali possono funzionare: solo col sangue e plasma donati garantiamo cure agli ammalati che sono appesi a questo gesto anonimo e gratuito” – sottolinea la presidente provinciale di Fidas Verona, Chiara Donadelli.
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