Si è svolta questa mattina, in Circonvallazione Oriani, la cerimonia per il 77° anniversario dell’eccidio della Divisione Acqui, in forma ristretta nel rispetto delle misure anti Covid.
Ai bastioni, dove dal 1966 si trova il monumento nazionale eretto per ricordare i numerosi soldati veronesi caduti a Cefalonia e Corfù, erano presenti il sindaco Federico Sboarina, il prefetto Donato Cafagna, il presidente della Provincia Manuel Scalzotto, il comandante delle Forze Operative Terrestri di Supporto Massimo Scala, il Capo di Stato Maggiore della Divisione Acqui generale di Brigata Paolo Attilio Fortezza, il presidente nazionale dell’associazione Divisione Acqui Giuseppe Dalpiaz e di quello della sezione veronese Claudio Toninel.
“Oggi, la nostra presenza a questa cerimonia in forma ristretta, che per il secondo anno avviene senza i nostri reduci e gli studenti, significa sottolineare il valore della memoria, che è un valore imprescindibile anche nel particolare momento che stiamo vivendo – ha detto il sindaco Sboarina-. Ricordiamo, soprattutto alle nuove generazioni, che ci sono valori che non hanno prezzo e che sono l’ essenza stessa della nostra identità. E lo facciamo anche attraverso il riconoscimento a tre reduci e superstiti della Divisione Acqui. Averli tra noi è un onore e vogliamo ribadire loro, a distanza di 78 anni, che rappresentano ancora oggi l’Italia di cui andare fieri”.
La cerimonia si è infatti conclusa in municipio, per un momento dedicato ai tre Reduci e Superstiti veronesi della Divisione Acqui, Dino Benedetti 99 anni, Olindo Bussi 100 anni e Andrea Gagliardi 98 anni, ai quali sono stati consegnati riconoscimenti da parte delle autorità presenti, tra cui Cinzia Montelli, assessore alla Cultura del Comune di Acqui Terme (Alessandria), città che ha dato il nome alla gloriosa Divisione.
A ciascuno dei tre Reduci, il sindaco Sboarina ha consegnato una pergamena “quale segno di riconoscimento, nell’anniversario dell’eccidio della Divisione Acqui, per quanto vissuto in uno dei momenti più cupi della storia italiana”.
Tra il 12 ed il 26 settembre del 1943, infatti, si consumò uno dei più tragici fatti che ha coinvolto l’Esercito italiano durante la seconda guerra mondiale, con la cruenta morte di migliaia di soldati italiani della Divisione Acqui, che era dislocata in Grecia, nelle isole ioniche di Cefalonia e Corfù. A Cefalonia e Corfù morirono migliaia di ufficiali, sottufficiali e soldati, prima, durante gli aspri combattimenti con i nazisti e poi con le sommarie fucilazioni di massa, infine dispersi in mare, per il volontario affondamento delle navi che dovevano trasportare i sopravvissuti nei campi di concentramento e di prigionia del Terzo Reich.