Un mese di divieti per evitare che le vacanze pasquali si trasformino in un «liberi tutti», con la possibilità di anticipare di qualche giorno alcune riaperture. Ma si deciderà sulla base della curva epidemiologica che al momento non accenna a scendere. La linea già tracciata prevede misure rigorose per fermare i contagi causati dalle varianti del Covid-19 con la creazione di altre zone rosse dove si va in lockdown, oppure «arancione scuro» dove la circolazione è limitata. Una strategia messa a punto dal governo guidato da Mario Draghi in vista della firma del Dpcm che sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, dopo essere stato condiviso con Regioni e Parlamento.
Le nuove regole saranno annunciate lunedì prossimo e, già da questa settimana, anche le ordinanze sul cambio di fascia saranno operative dal lunedì «per consentire ai cittadini e ai titolari delle attività di organizzarsi». Gli allentamenti saranno minimi: rimane il coprifuoco, l’obbligo di mascherina all’aperto e al chiuso, il distanziamento. Resta fino al 27 marzo il divieto di spostamento tra le regioni, anche se sono in fascia gialla.
Il metodo di Mario Draghi per il nuovo decreto
Coinvolgere costantemente le Regioni, informare il Parlamento, consentire a deputati e senatori di presentare i loro suggerimenti e comunicare con largo anticipo ai cittadini le decisioni prese dal governo, dai decreti alle ordinanze. È il metodo con cui Draghi segna una discontinuità rispetto all’esecutivo di Giuseppe Conte. A Palazzo Chigi si cercherà di chiudere il nuovo Dpcm entro il weekend.
Il sistema dei colori rimane. Rosso per la fascia più alta di rischio, arancione per quella intermedia, giallo per le regioni con il minore livello di sofferenza e bianco per quelle che, si spera prima possibile, potranno dirsi libere dal Covid. I governatori hanno però chiesto di «fare un tagliando ai parametri» e Draghi ha deciso di istituire un tavolo, con il ministero della Salute, l’Iss e i tecnici delle Regioni, per discutere di come modificare la raccolta dei dati, dall’Rt alle terapie intensive
I ristoranti non apriranno la sera
Nonostante le richieste che arrivano dalla Lega, da alcuni governatori e dalle associazioni di categoria, l’apertura serale dei ristoranti in fascia gialla non appare imminente. Troppo alto — questo dicono gli scienziati — il rischio causato dalla circolazione delle persone e soprattutto dagli assembramenti.
Piscine e palestre
Il Cts ha già raccomandato la massima cautela per la ripresa delle attività sportive e dunque anche palestre e piscine continueranno a rimanere chiuse.
Mostre e musei
Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha chiesto al Cts un parere affinché i musei, i parchi archeologici e le mostre possano rimanere aperti anche nel fine settimana e non — come avviene adesso —
Per il 27 marzo, giornata mondiale del teatro, Franceschini vorrebbe la riapertura delle sale italiane. Una risposta arriveràsoltanto domani, ma senbra difficile che le richieste di Franceschini vengano accolte, vista, purtroppo, la situazione in via di peggioramento.