Riprendendo il discorso della comunicazione, tra i tanti cassetti che compongono questo mondo andremo
oggi ad approfondire quello della prossemica. Si tratta di una disciplina che studia il comportamento, i gesti
e lo spazio nell’ambito della comunicazione verbale e non. Per spazio intendiamo le distanze che due o più
persone adottano nel momento in cui entrano in relazione. Edward Hall, antropologo nato nei primi anni
del ‘900, identifica quattro diverse distanze, che vanno a definire la relazione interpersonale tra individui.
La prima è la distanza intima, che va da 0 a 45 centimetri. Va da sé che si tratta proprio della distanza tipica
di una coppia o di un rapporto genitori-figli. Quando qualcuno di estraneo invade questo spazio, ci
sentiamo violati e percepiamo come minacciata la nostra intimità. La seconda distanza va dai 45 ai 120
centimetri ed è definita come distanza personale – è la distanza relazionale che abbiamo con gli amici e
conoscenti, tanto che la si può parificare ad una distanza da stretta di mano. La distanza sociale è invece
quella che va dai 120 ai 300 centimetri ed è quella che si adotta quando ci si relaziona con persone con cui
non siamo in confidenza, ma con le quali dobbiamo anzi trattare temi importanti; pensiamo ad esempio ad
un colloquio di lavoro o al sostenere un esame all’università. L’ultima distanza è quella pubblica (dai tre
metri in su) e definisce le relazioni in cui è difficile che sia prevista un’interazione con un singolo, come può
ad esempio essere una conferenza.
Altro elemento da tenere in considerazione se vogliamo aumentare la nostra efficacia comunicativa!