DISSESTO IDROGEOLOGICO, PRONTE LE OPERE

Si è svolta presso il Consorzio di Bonifica Veronese la conferenza stampa, promossa da Anbi Veneto (l’associazione che riunisce i consorzi di bonifica), di presentazione dei dati relativi alle opere necessarie per la messa in sicurezza idrogeologica del Veneto; contestualmente sono state presentate anche le opere che verranno inserite nel nascente Piano Invasi previsto nella Legge di Stabilità 2018. Alla conferenza hanno partecipato il direttore generale di Anbi Massimo Gargano, il presidente di Anbi Veneto, Giuseppe Romano, il direttore di Anbi Veneto, Andrea Crestani, e il presidente del Consorzio di Bonifica Veronese, Antonio Tomezzoli. Sono ben 697, per un valore complessivo stimato in € 1.745.551.167, le opere necessarie alla prevenzione del rischio di dissesto idrogeologico nel Veneto. L’elenco, redatto da Anbi Veneto, raccoglie le segnalazione dei 11 Consorzi di Bonifica della Regione ed è inserito nel rapporto Anbi 2017 dal titolo “Manutenzione Italia: Azioni per l’Italia Sicura” presentato lo scorso 16 ottobre alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Si tratta di un piano dettagliato che a livello nazionale presenta ben 3.709 interventi per un importo complessivo che sfiora gli 8 miliardi di euro (€ 7.961.215.488). Il Veneto è la prima regione per valore economico complessivo degli interventi, la terza per numero. “Anche il Veneto, come del resto tutta l’Italia, deve uscire da un’ottica di emergenza e lavorare in maniera sistemica alla messa in sicurezza idrogeologica dei territori” – afferma il presidente di Anbi Veneto Giuseppe Romano. “Il paese – ha affermato il direttore generale di Anbi Massimo Gargano – ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo che metta al centro il territorio e i suoi valori, penso in particolare al Made in Italy agroalimentare, alle grandi bellezze artistiche, paesaggistiche e ambientali di cui l’Italia è ricchissima. Tutto questo patrimonio non può essere impaludato in una logica che grida alla siccità, allo smog, agli eventi alluvionali, soprattutto oggi che un qualcuno, rimboccandosi le maniche, ha regalato al Paese importanti progettualità tese a contrastare in maniera efficace ed economica queste tematiche, rispetto al quale sono state fatte anche delle scelte a livello centrale con risorse importanti che però oggi si riesce con grande difficoltà a spendere”. Le opere allo stato “esecutivo”, in attesa cioè di stanziamenti per essere realizzate, sono state inserite nella piattaforma ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo), il database digitale di Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) che costituisce di fatto il registro delle opere da finanziare. Le opere sono state individuate coerentemente con le indicazioni di Italia Sicura, l’unità di missione istituita nel 2014 in seno alla Presidenza del Consigli dei Ministri contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche. Per il Veneto si tratta di 25 progetti esecutivi per un valore complessivo di 65 milioni di euro.