Grave rischio di percolazione in falda e che vengano sottratti ettari su ettari di superficie agricola. Sono i due punti principali su cui ruotano le osservazioni depositate in Regione Veneto dai Giovani di Confagricoltura contro il possibile sito di stoccaggio di car fluff, che la società Rmi – Rottami Metalli Italia vorrebbe realizzare in località De Morta a Pontepossero, in Comune di Sorgà e a pochi metri dal Comune di Castelbelforte in provincia di Mantova.
Dopo aver richiamato per primi l’attenzione di molti rappresentanti della politica locale, regionale e nazionale, i Giovani di Confagricoltura continuano nella loro battaglia contro l’apertura di un impianto per il trattamento di rifiuti speciali derivanti dalle rottamazioni di auto, che andrebbe a occupare un’area di 455.000 metri quadrati, con la previsione di accogliere in sette anni circa 950.000 tonnellate di rifiuti, con un andirivieni di 26 tir al giorno.
“Le troppe perplessità e le non esaustive risposte fornite dalla proprietà in questi mesi ci hanno portato a depositare in Regione le nostre osservazioni – sottolinea Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura Verona -, con l’obiettivo che il progetto possa essere definitivamente bloccato dagli uffici di competenza. La prima osservazione verte sul fatto che gli ettari interessati dal progetto sono previsti in un’area agricola di tipo E, che ospita coltivazioni agricole di grande importanza e valore, fra cui il riso Vialone Nano Veronese Igp. Ma non solo riso: anche verdure, come il radicchio, il basilico, le zucchine, pomodori, oltre ad alberi da frutta e colture a pieno campo come mais, grano e soia. La seconda osservazione depositata pone l’attenzione sui pericoli di percolazione in falda di quanto stoccato nel sito. Ricordiamo che oltre alla cittadinanza, la falda alimenta l’irrigazione delle colture oltre che degli allevamenti zootecnici presenti nei Comuni limitrofi. Infine abbiamo posto l’attenzione sulla viabilità, inadatta ad accogliere 26 tir al giorno”.
I Giovani di Confagricoltura sottolineano che, da una stima dei dati dichiarati dalla proprietà, l’impianto ospiterà rifiuti provenienti dalle demolizioni nazionali, e che una volta raggiunto il limite delle tonnellate stoccabili il sito verrà chiuso e rimarrà tale per chissà quanto tempo. “Le criticità di questo folle progetto sono evidenti – rimarca Ferrarese -. Oltre ai danni all’agricoltura, va messo in conto un potenziale e prevedibile impatto ambientale i cui costi ricadranno sulla cittadinanza di Sorgà non solo nei prossimi sette anni, ma sulle future generazioni. Un prezzo, questo, che la comunità non può sostenere. Noi vogliamo che Sorgà rimanga nota ai veronesi, ai veneti e ai consumatori italiani non per uno dei più grandi centri di smaltimento di car fluff italiano, ma per le eccellenze agricole che produce, lavora ed esporta”.