La Diocesi di Verona annuncia la nascita di un concorso di idee sull’area dell’Ex-Seminario di San Massimo di Verona. Il desiderio è quello di rendere parte attiva la collettività di un pensiero su come si possa riqualificare – in questo e in altri casi – uno spazio al momento semiabbandonato. La Diocesi, proprietaria dell’area insieme al Seminario vescovile, si pone in ascolto di proposte di riqualificazione e valorizzazione. Sostenitrice del concorso è Fondazione San Zeno, ente non profit nato a Verona nel 1999 dalla volontà di Sandro Veronesi, Presidente del Gruppo Calzedonia, realtà da sempre impegnata nella tutela, promozione e sostegno delle attività del territorio.
Il sito, delle dimensioni di circa 17 ettari è collocato nel quadrante ovest della Città di Verona, nei pressi del quartiere San Massimo e presenta tre blocchi funzionali immediatamente riconoscibili: le tre ali, di cui due orientate verso sud e una verso nord, e un corpo centrale, tutti pensati per ospitare le residenze dei seminaristi, le aule scolastiche, i laboratori didattici, gli spazi comuni, oltre che i servizi, quali cucine, mense, macelleria, falegnameria e stamperia. Presente anche un teatro-auditorium interrato da oltre 700 posti a sedere, sormontato dalla grande Chiesa di San Giuseppe. Vi è anche un piccolo compendio di edifici rurali, utilizzati in passato per la coltivazione della campagna circostante.
Lo spazio, dalla lunga storia intrecciata con il territorio veronese e dal forte valore simbolico, viene individuato dalla Diocesi di Verona e dal Vescovo S.E. mons. Domenico Pompili, come oggetto di una rigenerazione urbana attraverso una raccolta di proposte, idee, suggestioni provenienti potenzialmente da ogni parte del mondo.
LA STORIA DEL SEMINARIO
Utilizzato a partire dall’anno 1959, l’ex Seminario di San Massimo è stato inaugurato in maniera solenne lunedì 6 giugno 1960 dal cardinale Giovanni Urbani, Patriarca di Venezia, e dal Vescovo di Verona mons. Giuseppe Carraro. Nel corso degli anni Sessanta ha vissuto il momento di maggior sviluppo diventando residenza di oltre settecento persone, tra cui gli studenti a partire dagli 11 anni d’età, i professori, gli educatori, il personale di servizio. Un piccolo villaggio, un “luogo di vocazioni”, dedicato alla crescita e all’educazione dei giovani, per accompagnarli nel percorso di scelta per diventare sacerdoti. Sino ai primi anni Duemila ha anche ospitato i seminaristi della Diocesi di Verona con il convitto, i percorsi scolastici medio inferiori e medio superiori e i percorsi di studi propedeutici ad indirizzo teologico dei giovani adulti intenzionati a diventare sacerdoti.
È con gli anni Ottanta che il complesso subisce un progressivo abbandono e viene, in parte, destinato ad altre funzioni. Recentemente l’ala nord, l’unica ristrutturata, ha ospitato vari servizi della Diocesi di Verona, il Centro Unitario per la formazione Missionaria (servizio periferico della Conferenza episcopale italiana) e, durante l’emergenza pandemica, camere e spazi comuni sono stati messi a disposizione del personale sanitario dell’Azienda Ospedaliera scaligera. Attualmente l’ala ospita la sede del Centro Pastorale Adolescenti e Giovani, realtà della Chiesa di Verona che promuove attività e proposte per l’intero territorio diocesano e, provvisoriamente, un Centro collettivo di accoglienza per richiedenti asilo, gestito da Caritas Verona.
CONCORSO DI IDEE: OBIETTIVO E DETTAGLI
Dopo la sua concezione, che lo vede come un complesso di edifici monofunzionali e caratterizzati da una forte autonomia e separazione rispetto all’intorno, ora viene individuato come destinatario ideale per un progetto di ripensamento che possa permetterne una futura trasformazione in chiave trasversale.
Nella forma di concorso di idee, aperto a tutti, il progetto mira al coinvolgimento di quante più realtà possibili e si lega al desiderio della Diocesi di poter rappresentare e valorizzare i talenti, interessando non solo individui, imprese e consorzi, enti pubblici e privati, associazioni, purché si tratti di soggetti formalmente costituiti e aventi natura giuridica, ma anche università, istituti di formazione e ricerca fino agli istituti scolastici.
L’obiettivo è individuare un’idea che sia in grado di cogliere le eredità e le memorie del passato, intercettando le sfide e le potenzialità di sviluppo futuro. Per questo, caratteristiche imprescindibili di questo concorso sono: capacità di contaminare gli ambienti rispettandone il contesto, la vocazione sociale e collettiva, ricercare nuovi layout funzionali, che mantengano inalterata l’area della Chiesa (unico “vincolo” imposto dai committenti) come luogo dello spirito, di pensiero e del silenzio, l’integrazione di attività, mono-funzione o diversificate.
Sarà possibile prendere parte al concorso a partire dal 1° dicembre 2023 fino alle ore 11:59 della mattina del 27 marzo 2024 previa iscrizione online sul sito www.exseminariosanmassimo.org. Ai vincitori, individuati come primo, secondo e terzo selezionato, verrà attribuito un premio in denaro, per un totale di euro 50.000.
A valutare le proposte che giungeranno sarà una commissione formata da:
Presidente
– Mons. Domenico Pompili, Vescovo della Diocesi di Verona
Componenti
– Don Luca Albertini, Rettore del Seminario Vescovile
– Arch. Giacomo Borella, architetto e cofondatore dello studio Albori
– Dott.ssa Ilaria Borletti Buitoni, Vicepresidente del Fondo per l’Ambiente Italiano
– Prof.ssa Alessia de Biase, Antropologa, docente presso l’Ècole Nationale Supérieure d’Architecture de Paris
– Dott. Marco Morganti, Direttore Impact presso Banca Intesa San Paolo
– Dott. Sandro Veronesi, Presidente di Fondazione San Zeno e del Gruppo Calzedonia