Diga del Chievo, i suoi primi 100 anni. Cerimonia per ricordare l’inaugurazione che avvenne nel 1923 Testa: “L’idroelettrico rappresenta la prima fonte di energia rinnovabile dell’Agsm’’

foto Martin

“La diga di Chievo è una straordinaria testimonianza di come sia possibile coniugare gli obiettivi di sviluppo e di sostenibilità. Si tratta di un impianto con un’importante valenza storica per Verona e per il territorio circostante e che siamo fieri di poter celebrare in questo suo primo secolo di attività tramite le molteplici iniziative a essa dedicate. AGSM AIM ha definito un percorso di sviluppo che prevede il 100% degli investimenti nella produzione energetica da fonti rinnovabili. In questo contesto, l’idroelettrico rappresenta la prima fonte di energia rinnovabile del Gruppo e un asset fondamentale per perseguire la transizione energetica”. Così il presidente di Agsm Aim Federico Testa alle celebrazioni per i 100 anni della diga di Chievo. Con lui il presidente del Consorzio Canale Camuzzoni Piergiorgio Schena, della presidente di Agsm Aim Power Edi Maria Neri e dei Presidenti della seconda e terza circoscrizione del Comune di Verona. Nel corso dell’evento di celebrazione del centenario è stata svelata una targa celebrativa e inaugurata una mostra fotografica direttamente in loco che consentirà ai visitatori di conoscere la storia della diga, ripercorrendo le tappe più importanti della sua costruzione grazie a otto pannelli collocati lungo il percorso ciclopedonale con foto storiche originali in bianco e nero risalenti agli anni 1921-1923. Numerosi gli eventi che saranno organizzati da diverse associazioni durante i prossimi mesi per celebrare il centenario della Diga. Tra questi, in autunno, in collaborazione con l’assessorato all’istruzione del comune di Verona, verrà lanciato un concorso per le scuole primarie della II e III Circoscrizione che premierà il disegno che meglio rappresenta il legame tra la diga, il Gruppo AGSM AIM e la città di Verona. A testimonianza del ruolo fondamentale sul territorio, in autunno è previsto anche un convegno tecnico scientifico sulla diga organizzato da AGSM AIM.

Ha dato il via allo sviluppo industriale

La diga di Chievo, realizzata su progetto dell’ingegnere Gaetano Rubinelli, venne inaugurata nel 1923. La sua costruzione permise di aumentare la portata del Canale Camuzzoni e di alimentare le quattro turbine della centrale idroelettrica di Tombetta, costruita lo stesso anno in zona Basso Acquar, assicurando così la produzione continua di energia pulita e rinnovabile. La diga fu distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e subito ricostruita. Nel 2009, nella sua conca di navigazione, è stato realizzato un impianto idroelettrico a immersione che produce energia pulita valorizzando la portata dell’acqua rilasciata a valle della diga su un salto di 3,6 metri. Si stima che, dal 1923 a oggi, la produzione totale di energia elettrica dell’impianto di Tombetta sia stata di circa 4 mila gigawattora (GWh) evitando l’emissione in atmosfera di circa 760 mila tonnellate equivalenti di anidride carbonica. Oggi la centrale di Tombetta e l’impianto ad immersione di Chievo producono energia per soddisfare il fabbisogno energetico di circa 27 mila famiglie (24 mila Tombetta e 3 mila Chievo). L’energia prodotta grazie alla realizzazione del Canale Camuzzoni contribuì ad accendere Verona e proiettarla in un’èra di sviluppo economico e sociale. Tutto iniziò alla fine dell’Ottocento, quando l’allora sindaco Giulio Camuzzoni avviò la costruzione di un canale industriale per derivare l’acqua del fiume Adige all’altezza del Chievo e portare così una gran quantità di forza motrice verso l’area di Basso Acquar, luogo di nascenti insediamenti industriali. Questo con lo scopo di ovviare alla mancanza di giacimenti di carbone da utilizzare per le macchine a vapore, oltre a provvedere alla sicurezza della città, teatro di recenti inondazioni. Il progetto, affidato all’ingegnere Enrico Carli, fu terminato e collaudato nel 1887.