Dieci anni di Juventus passati alle spalle prima di Dino Zoff e poi di Stefano Tacconi, gli hanno fatto guadagnare il titolo di “dodicesimo” più famoso della storia del calcio italiano. Dopo i campionati con Cremonese e Atalanta, Luciano Bodini ha trascorso dieci stagioni all’ombra della Mole, ricoprendo con grande professionalità il ruolo di secondo portiere. «Sono arrivato a Torino a venticinque anni. Ero nel pieno della forma – racconta – e la Juventus rappresentava il punto più alto della mia carriera. Zoff, inoltre, aveva già quasi trentotto anni. Sapevo di essere il dodicesimo ma vista la sua età ero convinto che presto avrei raccolto la sua eredità. Invece è andato avanti fino a quarantuno anni». Arrivato il momento tanto atteso, però, successe quello che non si aspettava. «La finale di Coppa Campioni persa dalla Juventus contro l’Amburgo – prosegue – fu la sua ultima partita in bianconero. Dopo quell’incontro, mi disse di prepararmi che era arrivato finalmente il mio turno. Invece, la società acquistò dall’Avellino Stefano Tacconi. All’inizio mi fu assicurato che ci saremmo alternati. In realtà continuai a fare il dodicesimo». Guardandosi indietro rifarebbe tutto ? «Senza dubbio – tiene a precisare – non rimpiango nulla. Alla Juventus stavo molto bene e, inoltre, mi sono preso diverse soddisfazioni, giocando da titolare alcuni importanti incontri. Tra questi ricordo il successo nella finale di Supercoppa contro il Liverpool e in quella di Coppa Italia contro il Verona, vinta ai tempi supplementari per 3-0 dopo aver perso l’andata a Verona con due reti di scarto». Non sapeva, che i gialloblù erano nel suo destino. «Al termine del decennio juventino, venni a Verona, Fu un anno sportivamente sfortunato, conclusosi con una retrocessione in B, ma fu un’esperienza bellissima in una città meravigliosa. Eravamo un gruppo costruito male ma Bagnoli, per me un grande allenatore, riuscì nell’impresa di dare alla squadra un gioco e una fisionomia. Arrivammo a giocarci la salvezza all’ultima giornata dopo una lunghissima rincorsa, quando tutti ci davano per spacciati già alla fine del girone di andata». E toccò proprio a Bodini raccogliere nel sacco l’ultimo pallone che sancì la retrocessione. «Perdemmo a Cesena, subendo un gol in contropiede da Agostini che trovò un diagonale che non riuscì purtroppo a evitare. Peccato, ci fossero state altre tre o quattro partite forse ci saremmo potuti anche salvare».
Bodini, oggi nonno felice, prova a giocare la sfida di sabato sera. «La Juventus in questo momento è una squadra in grande forma. Se non gli avessero tolto i quindici punti sarebbe la prima inseguitrice del Napoli, davanti a tutte le altre. Per il Verona si tratta di una gara molto difficile. Purtroppo il pareggio con il Monza e la sconfitta contro la Sampdoria hanno aumentato il distacco dallo Spezia. I liguri sono forse l’unica squadra al momento raggiungibile. Salvarsi è molto difficile ma il tempo, almeno per provarci, c’è tutto».
Enrico Brigi