Ci scrive un parlamentare leghista. Riportiamo fedelmente il messaggio: «Nulla di personale contro Tosi, anzi, ma se torniamo con lui a Verona perdiamo un sacco di voti, i nostri non capirebbero, la sinistra va a nozze». Un esponente della maggioranza di Palazzo Barbieri taglia corto: «Non so da dove salti fuori questa voce!». La voce l’ha tirata fuori il Corriere di Verona che pur tra un «nessuna conferma» e «magari sono solo voci un po’ precipitose» ha scritto di una «possibile clamorosa alleanza tra Tosi e Salvini» in vista delle elezioni amministrative dell’anno prossimo. Clamorosa sì: in ordine sparso ricordiamo alcune (se lo ricordassimo tutte non basterebbe un giornale interno) delle bordate tra i due. Tosi contro Salvini: «È un nanetto politico confronto a Conte»; «Fannullone e traditore»; «Non urlare cazzate e pensa ai tuoi territori»; «Per lui è l’inizio della fine»; «Va in piazza contro se stesso: siamo alla follia politica»; «Incapace»; «Se non può parlare di migranti è morto»; «La Lega è un partito morto». Salvini contro Tosi (le bordate si concludono in concomitanza con la vittoria di Federico Sboarina contro Patrizia Bisinella, giugno 2017): «Inaccettabile ostacolare Zaia»; «Tosolo nano politico (copyright di Luca Morisi, social media manager di Salvini)»; «Si goda Fini»; «Ha scelto di andare con Renzi»; «Non parlo del nulla»; «Tosi ormai non esiste più». Nell’ultima campagna per le amministrative Salvini fece il giro di Verona documentando quelle che secondo lui erano le situazioni di degrado dovute alla malagestio dell’allora sindaco. Le voci vorrebbero Tosi, Lega e Forza Italia (quale corrente di Forza Italia?) da una parte e Fratelli d’Italia e Sboarina dall’altra, perché a Salvini (che pur pochi giorni prima aveva lanciato la ricandidatura di Sboarina) non è piaciuto che Sboarina sia entrato nel partito della Meloni. Verissimo, ma non sufficiente perché prendano strade separate. Va guardato il livello nazionale, non la baruffa di provincia, e il discorso si esaurisce in poche parole: numeri alla mano Salvini senza la Meloni non va da nessuna parte e viceversa, quindi almeno fino alle politiche del 2023 resteranno insieme pur mal sopportandosi, altrimenti vincerebbe a mani basse il centrosinistra. Punto. Se poi vogliamo giocare col pallottoliere, non perché serva ma giusto per ricordare le ultime votazioni, diciamo che Fdi in città alle ultime regionali ha preso il 18% e la Lega il 15. Che la Lista Zaia ha preso il 31 e Forza Italia il 4. Che la Lega nel 2017, all’apice, a Verona ha preso l’8,8 e la civica di Sboarina il 13,6. Più utile, per commentare l’ultima voce, evidenziare le continue bastonate (ricambiate) di Tosi a qualsivoglia esponente della maggioranza cittadina, leghisti compresi: sicurezza, cultura, verde pubblico, gestione delle opere pubbliche, strade. In politica tutto è possibile, capiamoci, ma entrambe le parti dovrebbero rimangiarsi quattro anni di feroci scontri quotidiani e il leader della Lega dovrebbe spiegare il perché d’improvviso Tosi è tornato suo amico. Come andrà lo vedremo. E pensare che nel 2013 nel centrodestra poteva andare in porto il ticket Meloni-Tosi. Giorgia al centro-Sud e Flavio al Nord…
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