Dice che “quando prendeva la lavagna e dava la formazione, tremavano tutti”. Sorride Totò Di Gennaro. “Il mister era così. Lui dopo due-tre allenamenti, ci metteva seduti e diceva. Questa è la mia formazione tipo: 1 Garella, 2 Ferroni…e via via tutti gli altri. Se c’eri, bene, se non c’eri dovevi lavorare per conquistare il posto. Ma sapevi che poi avresti comunque avuto spazio, perchè il mister non ha mai trascurato nessuno…”.
Ha gli occhi lucidi, Di Gennaro, quando parla di Bagnoli. “Grande anche fuori dal campo. Mi ricordo l’anno in cui avevo problemi a casa, mi stavo separando e gliene parlai. Lui mi ascoltò, mi fece capire che c’era, che potevo contare su di lui. Unico, il mister”. Unico nella sua semplicità, nella sua umanità. “Il calcio che lui voleva era semplice, facile. Ognuno al posto giusto, con le idee chiare. E i valori veri. Quelli che fanno di una squadra forte una squadra che vince uno scudetto. Come quel Verona…”
Home La Cronaca di Verona Di Gennaro racconta il “suo”. Bagnoli “Brividi, quando prendeva la lavagna”