Scrivere, parlare e raccontare del Verona è il suo pane quotidiano. Gianluca Tavellin, figlio dell’ex giocatore e allenatore dell’Hellas Guido Tavellin, è tra le principali firme sportive de L’Arena.
Che consigli daresti ad un giornalista emergente?
“Rendersi conto che serve tanta passione e che oggi si arriva subito, ma comunque non si arriva da nessuna parte. La crisi economica e la pandemia hanno favorito il copia-incolla del web, ma questo non significa essere un giornalista. É un mestiere che purtroppo va scomparendo e si ridimensionerà. La professione è stata un po’ svilita, e la colpa è da attribuirsi al web selvaggio fatto da parte di tutti. I dati lo testimoniano: si legge poco e non si riesce mai ad avere un proprio pensiero.”
Quanto è cambiato il giornalismo da quando hai iniziato?
“Totalmente. Pensiamo di vivere in un concetto di libertà, proprio perché chiunque può andare sul web e scrivere la propria opinione. Quando avevo iniziato io, gli uffici stampa erano per la legge Bassanini del 1992, basata sulla trasparenza dell’informazione. Invece adesso, ad esempio nel calcio, le società sportive si producono da sole i loro contributi. Penso che i giornali oggi debbano dotarsi solamente di opinionisti. L’informazione è diventata talmente fluida e continua che gli stessi operatori perdono le notizie, perché è difficile stare dietro a tutto.”
Italia campione d’Europa. Te l’aspettavi?
“Ero convinto che l’Italia potesse arrivare in fondo. Sono felicissimo. Quando trionfa la nostra nazionale è sempre una bella cosa, e penso che per questi Europei abbiano cercato di “politicizzarla” tanto. Ha fatto davvero bene, e la vittoria stessa ha fatto bene. Dal punto di vista tecnico credo che la vera finale potesse essere Italia-Spagna.”
Di Francesco può fare bene al Verona?
“Su Di Francesco vale lo stesso discorso che c’era per Juric: un allenatore che arrivava da esoneri e situazioni poco felici, ma che in passato aveva fatto bene. Secondo me la squadra è competitiva per l’obiettivo della società, che va ricordato che è quello della salvezza. Quando dichiari la salvezza tu devi essere contento se all’ultima giornata ti salvi. Meglio alla penultima, ma l’importante è centrarla. Poi se magari esplode Hongla e Lasagna e Kalinic ritrovano il feeling con il goal, si potrebbe fare addirittura meglio di Juric”.
Francesco Cazzola