Va così, il calcio, che è un po’ come la vita. Puoi prevedere, ma fino a un certo punto. Perché c’è sempre uno spazio, piccolo o grande, per l’istinto, l’improvvisazione, l’imprevisto. Avessero chiesto, due settimane fa, a Samuel Di Carmine, “in quale partita vorresti lasciare il segno?”, magari avrebbe risposto, “Verona-Fiorentina”. Due settimane fa, Samuel Di Carmine navigava “tra color che son sospesi”. Sospeso, in fondo, lo era stato per davvero. Ivan Juric non è uno da mezze misure, né uno che le manda a dire. Non l’aveva convocato e alla domanda, inevitabile, aveva risposto secco: “Di Carmine deve riflettere…”. E poi: “Su cosa? Lui lo sa, cose nostre…”. Ivan Juric non è neppure uno che serba rancore. Deve aver capito che la riflessione c’era stata ed eccolo rilanciare Di Carmine, proprio contro la “sua” Fiorentina.
Là c’era nato, come giocatore. Aveva cominciato a sognare, fino al debutto in A, diciott’anni appena. Due presenze, più in Coppa, timbrata con un gol, magari inutile (era finita 6-1 per i viola) ai fini del risultato, ma straordinariamente importante per lui. Da lì, aveva cominciato un po’ il classico “giro per farsi le ossa”. Con una puntata al Queen Park Rangers, poi tanta serie B e serie C, mai più vista la serie A, perché poi, quando t’incollano l’etichetta, col cavolo che te la levano. “E’ un attaccante da B”, l’avevano bollato. In B ha fatto spesso sfracelli, tra Cittadella e Perugia, prima di arrivare al Verona. Decisivo, anche qui, con quel gol di tacco, proprio al Cittadella, che resta una delle cose più belle viste al Bentegodi negli ultimi anni.
“Però, sarà da serie A?”, la domanda. Inutile girarci attorno, forse lui stesso ogni tanto se lo chiedeva, aspettando risposte che non arrivavanoi. Sarà un caso, forse (ma forse non lo è), che la risposta gliel’abbia data la “sua” Fiorentina. E’ suo, firmato Di Carmine, il gol che esalta l’Hellas e abbatte la povera Viola. Scolorita e appassita, vista raramente così giù negli ultimi anni. E’ suo il gol che ha un valore straordinario. E’ il primo in A, indimenticabile. A 31 anni, Samuel Di Carmine, quello che faceva sognare in coppia con Lepiller (ricordate?, altro ex…) nella Primavera della Fiorentina, comincia a scrivere un altro capitolo. “Ci sono anch’io, ragazzi…”. Adesso Di Carmine non è più “tra color che son sospesi”…
Raffaele Tomelleri