“Come presidente della commissione Ambiente ho voluto essere qui non solo per testimoniare, ma per dire che farò quanto possibile nelle mie capacità perché questo non accada ancora e sempre.” E’ quanto dichiarato da Alessia Rotta, presidente della commissione Ambiente alla Camera dei Deputati che spiega così il senso della sua partecipazione a Sezano per difendere il Monastero degli Stimmatini dove è stato autorizzato lo sbancamento della collina con la costruzione di capannoni di cemento a ridosso delle mura del convento.
“Emerge da questa vicenda un silenzio assenso della soprintendenza a fronte di un piano di interventi che sulla carta negherebbe la realizzazione di opere così invasive non in equilibrio con le caratteristiche del territorio. Una scelta che riteniamo non accettabile e che prevale su ogni ragione di preservare il territorio e il paesaggio. Non si tratta di motivazioni tecniche – conclude Rotta – ma, ancora più grave, di scelte politiche di chi non vuole vigilare sulla custodia di questo luogo. Sia esso il Comune o la Regione.”
“La vicenda di Sezano è emblematica per capire come le normative urbanistiche della Regione Veneto hanno consentito interventi così devastanti in aree tutelate da un punto di vista paesaggistico” è il commento di Michele Bertucco, Verona e Sinistra in Comune. “Eppure l’Europa ci richiama alla tutela del patrimonio ambientale e ci chiede di azzerare il consumo di suolo entro il 2050. Un obiettivo che dovrebbe essere preso in seria considerazione in Veneto e a Verona, che sono rispettivamente la prima regione in Italia ed il primo Comune in Regione, per percentuale di suolo consumato. Il limite stabilito appena un paio di anni fa da questi due enti per contenere il consumo di suolo nel nostro territorio è invece secondo noi del tutto inconsistente”.
“I capannoni costruiti a ridosso del Monastero di Sezano sono uno sfregio all’ambiente, al paesaggio e anche alla storia. Il fatto che sia tutto legale non lo rende meno grave”. A dirlo i consiglieri regionali del Partito Democratico Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni all’indomani della manifestazione in Valpantena a sostegno del convento degli stimmatini, adesso circondato da capannoni e vitigni, a cui hanno partecipato circa mille persone.
“È evidente che servano norme più stringenti, perché non è possibile sia permessa la costruzione di due capannoni a pochi metri da un monastero del 1500, in un’area comunque tutelata, oltre all’ennesimo sbancamento di collina per far spazio a nuovi vigneti. La concessione di tutte le autorizzazioni conferma l’inutilità della legge regionale sul consumo di suolo, con il Veneto che si conferma al primo posto da ben tre anni e Verona in testa tra i Comuni. E preoccupa il silenzio-assenso della Soprintendenza che su un progetto così delicato non si è espressa entro i termini previsti”.
“Al tempo stesso non possiamo che ribadire le perplessità sull’espandersi all’infinito della monocoltura vitivinicola, grazie ai generosi finanziamenti di Palazzo Balbi, senza curarsi delle conseguenze negative su ambiente, paesaggio e biodiversità. Davvero – sottolineano in chiusura – non interessa a nessuno come sarà il Veneto che lasceremo ai nostri figli?”.