“Sfogli” facebook e ti capita una foto come questa. Il Foggia anni ‘70, quasi sempre serie A, lo Zaccheria un fortino dov’era difficile passare. Sono tanti i veronesi che hanno fatto fortuna in Puglia, vivendo stagioni indimenticabili. Giorgio Majoli, ad esempio. Mancino terribile, classe da vendere, divenne un idolo dello Zaccheria. E Franco Bergamaschi, il bocia di Avesa, lui così discreto, trovò nel calore della gente di Puglia la spinta per lasciare un segno indelebile.
E poi c’è ‘sta foto. Raffaele Trentini, un po’ “matto” come tutti i portieri, “io paravo senza guanti, a che servivano?”, scrisse la storia del Foggia, con record di imbattibilità e una leadershipdifficile da riconoscergli. Lui che parla il dialetto, lui che è l’umiltà fatta persona, in campo si trasformava. “E pensare – dice sempre – che son passato alla storia non per una parata, maper un gol preso, quello di Boninsegna. in un’Inter-Foggia 5-0…” recrimina (ma non troppo).
“Era davvero forte” osserva Gigi Delneri,il regista di quella squadra. “Gigi – riprende Trentini – sembrava lento, ma faceva correre la palla. Come fanno i giocatori di grande talento”.