«Lo Stato sta mettendo solamente garanzie, non soldi». Il nuovo Decreto liquidità offre una prima risposta, ma non è la soluzione auspicata per il presidente di Apindustria Confimi Verona, Renato Della Bella, all’indomani delle misure approvate dal Governo in risposta all’emergenza economica.
«La speranza è che questo provvedimento permetta al sistema bancario di far arrivare questa finanza alle aziende in breve tempo. Finanza che le imprese dovranno ottenere a debito: lo Stato garantirà solo i prestiti che gli imprenditori dovranno accendere al fine di coprire l’ammanco di fatturato di produzione registrato a marzo e sicuramente ad aprile. In altri Paesi lo Stato ha proposto, almeno in parte, finanziamenti a fondo perduto, in Italia questo non è avvenuto», spiega.
La fiducia accordata agli imprenditori da parte del premier Conte è un segnale importante. Tuttavia, fa notare, «lo Stato garantirà i prestiti che saremo costretti a chiedere, ma questi dovranno essere onorati da noi e noi imprenditori faremo di tutto perché ciò avvenga». Il problema di fondo tuttora irrisolto, prosegue, è un altro: «Riguarda la garanzia sui pagamenti delle fatture da gennaio a marzo e di quelle che andremo a emettere nei prossimi mesi. Se fosse stato individuato un sistema per farci monetizzare i nostri crediti, per rendere certa la liquidità legata all’incasso delle fatture con una cessione pro soluto al sistema bancario, le aziende avrebbero avuto la serenità di lavorare, produrre e fare magazzino in attesa di vendere il materiale».
Al momento della cessione, questo credito sarebbe anticipato dal sistema bancario, chiarisce: «Questo è il vero tema su cui manca un dibattito politico. Al netto dell’incasso dei crediti, l’indebitamento delle aziende per far fronte al problema del mancato fatturato sarebbe inferiore a quello che molto probabilmente saremo costretti a fare, oltre che per coprire il mancato fatturato, per recuperare i mancati incassi subiti dai nostri clienti».
I piccoli e medi imprenditori, aggiunge Della Bella, auspicavano «un automatismo che obbligasse tutti a pagare, delegando al sistema bancario l’onere della riscossione del credito. A quel punto lo Stato avrebbe dovuto garantire le insolvenze registrate dal sistema bancario, non l’intero ammontare dei prestiti che le aziende saranno obbligate a chiedere».
Guardando nella direzione della ripresa, le aspettative di Apindustria sono diverse: «Serietà del Governo, delle banche, che si traduca in in azioni concrete. Questo sarà fondamentale», conclude.