“Tocca a loro decidere”
“”Credo che la decisione su quando ripartire non spetta al movimento calcistico ma ai medici e al Governo che hanno sotto mano la priorità numero uno che è la salute. Se si ripartirà lo si dovrà fare con tutte le garanzie possibili, sia per chi gioca che per tutte le altre persone che lavorano in questo mondo”. Anche Alessandro Del Piero, in collegamento con la trasmissione ‘Otto e mezzo’ su La7, dice la sua sulla possibile ripartenza del campionato di calcio, sottolineando che, secondo lui, decidere non spetta alle autorità del mondo del pallone. “Ci sono molte problematiche che possono aprire una breccia su quello che può essere il futuro del contagio – dice ancora l’ex idolo della Juventus -. Detto che la salute ha la priorità, poi c’è l’aspetto economico per il quale il calcio riveste un ruolo molto importante. Ci sarà una ripresa a porte chiuse, che andrà studiata bene nelle formule e nei calendari. Con la speranza che si possa tornare presto alla normalità”.
Papu Gomez pessimista
Papu Gomez, stella dell’Atalanta, ha detto la sua sulla ripresa della serie A: “Dopo più di due mesi senza nemmeno una partitella, sarà dura. Se si torna a giocare, sarà difficile anche allenarsi in estate, con 30 gradi, perché non ci siamo abituati”.
L’argentino ha poi raccontato del suo isolamento: “Non si sa nemmeno cosa mangiare a cena, anche se un calciatore sa che deve regolarsi. Essendo sempre chiusi viene la tentazione di aprire il frigo ogni dieci minuti”.
Gomez è parso piuttosto pessimista, anche per la situazione particolare della “sua” Bergamo. “Hai voglia di dire che si torna alla normalità, ma quello che abbiamo vissuto noi non è per niente normale. E se è vero che il calcio può aiutare la città a risollevarsi e a ritrovare un po’ di normalità, è anche vero che qui abbiamo vissuto un’autentica tragedia. E’ difficile aver dentro l’entusiasmo che avevamo prima, per noi e, ancora di più, per chi ha avuto lutti in famiglia. E nella nostra città, purtroppo, le famiglie colpite sono state moltissime”.
Galliani: “Il Monza in B”
Adriano Galliani, in diretta a ‘Tutti Convocati’ su Radio 24, ha tenuto a spiegare il sistema di riduzione ingaggi da lui adottato al Monza: “Ho deciso, d’accordo col presidente Berlusconi, che avrei toccato solo gli stipendi della prima squadra e dell’allenatore in prima. Tutti gli altri non hanno avuto un euro di riduzione. Secondo equità, ho ridotto del 50% a chi non creava danni particolari e loro hanno detto di sì un minuto dopo. I calciatori del Monza guadagnano più della media della Serie C. Non ho chiesto nulla ai massaggiatori o a tutti coloro che avrebbero avuto problemi ad andare nei supermercati”.
“Non immaginavo il Coronavirus, ma mi auguro possa ancora accadere che il Monza, con sedici punti di vantaggio dalla seconda a undici giornate dalla fine, salga in serie B – ha aggiunto l’amministratore delegato biancorosso -. Mi auguro che il campionato termini regolarmente e ci venga riconosciuto quel vantaggio abissale conquistato sul campo. Dovesse finire qui, non accetteremmo un congelamento della situazione. Abbiamo vinto il campionato, per cui faremmo ricorso ovunque: mi auguro possa finire nei prossimi mesi”.