Una iniziativa per tenere viva la memoria storica di Valeggio sul Mincio e farla conoscere ai cittadini, con un occhio di riguardo per le nuove generazioni. Con questo obiettivo l’amministrazione comunale, su impulso dell’assessorato alla Cultura e in collaborazione con l’associazione ‘Il Guado-Riscopriamo Valeggio’, ha installato anche quest’anno sul territorio valeggiano dei totem informativi che raccontano le vicende storiche che si sono succedute nel corso dei decenni. “Ricordare da dove veniamo ci aiuta a comprendere meglio chi siamo e a proiettare nel futuro la nostra comunità con consapevolezza e rispetto per chi ci ha preceduto – dichiara il vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Valeggio Marco Dal Forno –. Con questa iniziativa vogliamo tenere viva la storia di Valeggio ma soprattutto farla conoscere diffusamente tanto ai cittadini quanto ai turisti”. Sulla scia di Dal Forno, il sindaco di Valeggio Alessandro Gardoni: “Il patrimonio storico e culturale di Valeggio ha un grande valore anche in termini umani, perché è il frutto delle gesta delle donne e degli uomini che con le loro azioni ci permettono di essere oggi ciò che siamo. È un dovere morale valorizzare la nostra identità e trasferirla alle giovani generazioni”. Quest’anno il progetto, curato nei contenuti dallo storico locale Cesare Farinelli, è incentrato prevalentemente sul 70° anniversario delle riprese del film ‘Senso’, girato fra Valeggio e Borghetto con la regia di Luchino Visconti. Ma nelle installazioni si ricorda anche, fra le altre ricorrenze, il 630° anniversario della costruzione del Ponte Visconteo; il centenario della costruzione dell’acquedotto comunale o il 50° anniversario del monumento dedicato ai donatori di sangue. Nei travagliati anni del secondo dopoguerra la produzione di Visconti fu una formidabile occasione d’incontro fra grandi artisti internazionali: Francesco Rosi e Franco Zeffirelli furono gli aiuto registi; Paul Bowles e Tennessee Williams firmarono la versione inglese del copione; Jean Renoir supervisionò la versione francese. Il film ha richiesto una lunga e accurata preparazione iniziata nella primavera del 1953, ma fu duramente boicottato dalla censura dell’epoca. Il Ministero della Difesa e il Governo accusarono l’autore di vilipendio dei valori del Risorgimento e delle Forze armate italiane, ne impedirono il montaggio originale, tagliarono e distrussero molte scene emblematiche, compreso il finale con un soldato austriaco che gridava fra le lacrime: “Viva l’Austria!”, nel giorno della sua vittoria a Custoza. Gli esterni del film che riguardavano scene della battaglia di Custoza del 1866 furono girati fra l’agosto e il settembre del 1953 sulle colline di Valeggio e a Borghetto. A Valeggio, nell’edificio delle scuole elementari fu posto il centro organizzativo e fu raccolto l’equipaggiamento occorrente per la rievocazione storica: più di 3mila divise militari con tutto l’armamentario di fucili, buffetterie, carriaggi e cannoni. Furono inoltre allestite una sartoria, un’armeria e un centro di reclutamento e addestramento delle numerose comparse arruolate anche localmente. Nel cortile delle scuole furono ospitati i numerosi cavalli destinati ai reparti di cavalleria. Gli artigiani valeggiani collaborarono per completare le attrezzature di scena. Il complesso impianto luci, necessario per le riprese a colori, fu allestito nelle aree di ripresa di Borghetto: Ponte San Marco, Corte Rabbi e sul Ponte Visconteo dove fu allestita una passerella di 50 metri sul quale scorreva l’auto che trasportava l’imponente macchina da presa. Il film fu presentato nel settembre del 1954 alla 15ª mostra del cinema di Venezia. Complici le pressioni politiche sulla giuria, non ricevette nessun premio, gli fu preferito il film Giulietta e Romeo di Renato Castellani. A causa delle censure militari e politiche, di tutto lo straordinario materiale girato da Visconti a Valeggio rimasero solo poco più di 8 minuti all’interno del film.