«La storia è una matassa. Tutti noi ne siamo fili». La difesa della democrazia, la rivendicazione dei diritti delle donne, il primo passo verso la parità di genere sono pagine di storia che possiamo leggere e raccontare grazie a Tina Anselmi, prima donna ministro in Italia. La politica s’intreccia alla vita ogni giorno, anche nell’ultima filanda della marca trevigiana, in una notte di dicembre del 1977 dove sembra non possa accadere nulla e dove invece cambierà tutto. È ambientato qui lo spettacolo “La Gabriella e le ragazze. Storie di Tina Anselmi” in programma sabato 22 marzo, ore 21.00, al Dim Teatro Comunale di Castelnuovo del Garda. Fortemente voluto, scritto e prodotto da Fondazione Aida, lo spettacolo è diretto da Anna Tringali e Giacomo Rossetto. «È un racconto intimo. Narra la storia di Tina attraverso il punto di vista di due operaie, interpretate da Eliana Crestani e Benedetta Conte, che scelgono di occupare la filanda in cui lavorano – spiega il neo co-direttore artistico di Fondazione Aida Simone Dini Gandini, che ne ha curato la drammaturgia -. In questo spettacolo la grande storia si riflette nella piccola storia, nella quotidianità di due donne che si rimboccano le maniche e persino nella storia di tutti noi. Le protagoniste con le loro vite, l’occupazione, la filanda in cui si svolge la vicenda sono frutto d’invenzione, ma ogni singolo elemento presente nello spettacolo, a partire dai nomi scelti per i personaggi, prende le mosse dalla vita e dall’impegno di Tina Anselmi. In pratica, gli ingredienti sono tutti reali, ma la lente della fiction crea una storia di invenzione». Un testo scritto con leggerezza e ironia, che mescola temi universali a specificità locali, come accenti, luoghi, mestieri. La scenografia firmata da Luca Zanolli, suggestiva e simbolica, insieme alle illustrazioni di Mauro Biani, a mash-up video e musica Anni Settanta, accompagnano in questo un viaggio nel passato, veicolando temi di grande attualità.
Chi è
Nasce il 25 marzo 1927 a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, stesso luogo in cui morirà l’1 novembre 2016. È il 26 settembre del 1944 quando i fascisti, entrati nella sua scuola, fanno scendere lei e i suoi compagni in strada per assistere all’impiccagione di trentuno ragazzi lungo il viale alberato di Bassano. Il suo obiettivo è chiaro: cambiare il mondo. E ci riuscirà, un passo alla volta. Nel 1976, dopo 885 ministri uomini, è la prima donna nominata ministro della Repubblica. Le viene affidato il non facile Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale. Successivamente sarà a capo anche del dicastero della Sanità. Sarà poi proposta come possibile candidata alla Presidenza della Repubblica, la massima carica dello Stato a cui, finora, nessuna donna ha avuto accesso. La più importante, e che porta il suo nome, è la Legge 903 del 1977, che aveva lo scopo di impedire ogni discriminazione basata sul sesso per l’accesso al lavoro e di riconoscere il diritto alla parità salariale.