Via libera del Senato al disegno di legge di conversione del decreto sulle banche venete per il quale il governo ha chiesto il voto di fiducia. I sì sono stati 148, i no 91, nessun astenuto. Il provvedimento, già approvato dalla Camera, diventa così legge. Durante le dichiarazioni di voto c’è stata bagarre in Aula. Al termine del suo intervento il senatore M5S Enrico Cappelletti rivolgendosi alla maggioranza ha affermato: “Vi siete presi tutto prendetevi anche questi!” e subito dopo dai banchi dei 5 Stelle sono state lanciate nell’emiciclo centinaia di banconote finte. L’approvazione senza modifiche, d’altra parte, è stata posta come condizione da Intesa Sanpaolo per rilevare, al prezzo di 1 euro, le attività in bonis delle venete, assieme a una dote di quasi 5 miliardi di euro, che servirà ad allineare i ratio patrimoniali dei due istituti a quelli di Cà de Sass e lasciare a carico della collettività i costi per i circa 4.000 esuberi. L’iter parlamentare del dl di salvataggio è andato avanti insieme a quello giudiziario sul passato della Pop Vicenza, che mercoledì ha registrato uno snodo importante con la chiusura delle indagini a carico dell’ex dominus Gianni Zonin, di sei ex manager e della stessa banca. Sul fronte dell’inchiesta per il crack della Vicenza – che vede indagati anche gli ex vice dg Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta e Paolo Marin, l’ex dirigente, Massimiliano Pellegrini e l’ex consigliere Giuseppe Zigliotto – il procuratore reggente di Vicenza, Orietta Canova, ha anche promesso di chiudere in “alcuni mesi” le indagini per i “capi d’incolpazione residuali” mentre “le ipotesi di bancarotta” legate alla liquidazione attengono a “eventuali separate iniziative”.