Dall’Europa arrivano buone notizie per il mondo agricolo. Dal Veneto, molto meno. Europarlamentare del Partito Democratico, già due volte ministro delle Politiche agricole e oggi primo vicepresidente della commissione agricola europea, Paolo De Castro ha spiegato stamattina, ospite al Liston 12 per sostenere la candidatura a consigliere regionale Pd di Giandomenico Allegri, che «Bruxelles garantirà fino al 2027 le risorse per le politiche agricole europee, scongiurando così il rischio di un taglio del 25% per l’Italia, ed entro l’anno sarà pubblicata la proroga che consentirà a Stato e Regioni di continuare a spendere per i settori di alta qualità colpiti dal Covid, come ad esempio certi vini che, a Verona, possono specchiarsi nell’Amarone. Sia nel vino che nell’ortofrutta, di cui Verona è il primo centro di produzione in Veneto, l’Europa ha annullato la quota finanziaria a carico dei produttori costruendo così un aiuto indiretto a un settore che nel futuro si ispirerà sempre più a concetti come l’attenzione all’ambiente».
Dal canto suo Allegriha ricordato come «anche il mondo dell’agricoltura vive purtroppo la scarsa attenzione generale verso Verona da parte della Regione. Ci sono temi su cui insisto da tempo, e che Palazzo Balbi ignora regolarmente, come la moria del kiwi che ogni anno costa 50 milioni di euro di mancata produzione, ma anche il mal dell’esca in ambito viti-vinicolo e ancora la sharka che va colpire i peschi. Di fronte a questioni così importanti più che intervenire col ristoro alla mancata produzione bisogna investire in ricerca».
Ed è proprio sulla ricerca, secondo Allegri, che il dente duole: «Verona è l’unica provincia di queste dimensioni senza un centro agro-sperimentale. Quel centro ce l’avevamo, poi nel passaggio di competenze dalla Provincia alla Regione è andato perso. Personalmente ho chiesto alla Regione di farsi carico della letteratura e gestione scientifica dei problemi. E ci si è sentiti rispondere, dall’assessore regionale Pan, che l’agro-sperimentazione si fa a Rovigo: come se le caratteristiche di quel territorio fossero le stesse del territorio veronese».
Da Allegri anche una critica sul tema Brexit, che si lega anche al mondo agricolo veronese: «Mi ha sorpreso, nel recente passato, vedere partiti politici brindare alla Brexit, dimenticando cosa significherebbe per noi avere dazi sull’esportazione verso un territorio che ha imparato ad apprezzare il nostro vino. È un patrimonio, il mercato inglese, e a me sorprende che anche il partito che governa la Regione veneto non abbia capito come la Brexit fosse un momento triste per i nostri produttori. Anche questo significa dimenticarsi di un territorio».