“Per sopravvivere bisogna cercare di fare delle cose nuove, come minimo di svincolarsi da quelli che sono i canoni consueti”: così diceva Fabrizio De André a ridosso dell’uscita di Crêuza de mä, una delle pietre miliari non solo della carriera di De André ma soprattutto un punto fermo per i rapporti, da quel momento sempre più stretti, tra musica etnica e canzone d’autore. Questo storico album è il punto di partenza per un evento che l’Università di Verona dedica giovedì 6 febbraio a temi gravitanti intorno all’uso del dialetto nella canzone.
Era il 1984 quando uscì il disco. Nel 2015 quell’opera è stata tradotta in napoletano da Annino La Posta, veronese d’adozione, per due concerti andati in scena a Napoli nel cortile del Maschio Angioino, durante il quale Crêuza de mä è stato ricantato in napoletano da Teresa De Sio, Francesco Di Bella, Gerardo Balestrieri, Enzo Gragnaniello con Mimmo Maglionico, Maldestro, Nando Citarella e dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare. L’anno scorso, in occasione del quarantennale dell’uscita discografica dell’album di Fabrizio, quanto registrato a Napoli è stato pubblicato su cd dall’etichetta Nota di Valter Colle sotto il titolo ’Na strada ’mmiez’o mare.
A partire da questo progetto, con l’intenzione di approfondirne le tematiche, nasce Fabrizio de André, il dialetto e la canzone d’autore, un incontro nazionale di studi che giovedì 6 febbraio si tiene alle 16,30 al Dipartimento di Culture e civiltà dell’Università (Polo Zanotto, Aula 1.1). Il convegno gode del patrocinio morale della Fondazione Fabrizio De André ed è aperto liberamente a tutta la cittadinanza.
L’incontro sarà coordinato, per l’Università di Verona, da Nicola Pasqualicchio, docente di Discipline dello spettacolo. Oltre ad Annino La Posta, curatore del progetto napoletano, interverranno: Enrico de Angelis, storico della canzone, con la relazione Canzone e dialetto; Mirella Conenna, docente dell’Università di Bari, con Parole dialettali tra le note di Brassens e De André; e il genovese Guido Festinese, critico musicale e autore di un libro interamente dedicato al disco di De André, con Crêuza de mä: un soundscape mediterraneo intessuto di storie. A condire il tutto ci saranno gli interventi musicali di Gerardo Balestrieri, cantautore presente anche nell’album in napoletano, e della cantante veronese Clara Frizzi, che eseguiranno alcune canzoni del disco e altre in traduzioni inedite. Come scrive Annino La Posta nelle note interne del disco, “Fabrizio ha cantato in tre dialetti: il genovese, il suo; il sardo, quello adottivo; il napoletano, quello elettivo. Tre dialetti corrispondenti a tre patrie: una reale, una adottiva e una morale. Tradurre De André in napoletano, per certi versi, è come riportarlo a casa”.